Capoufficio assolto dall’accusa di molestie: le impiegate palpeggiate sono tre e sperano in un ricorso

La prima denuncia dell’impiegata Carmela Di Giovanna è stata archiviata dopo 5 anni per prescrizione dei termini

di Redazione

Se la notizia della sentenza che assolse l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate Palermo 1, Domenico Lipari, dall’accusa di avere molestato due impiegate del suo ufficio uscì in sordina, la pubblicazione delle motivazioni del collegio presieduto da Bruno Fasciana ha invece destato il massimo scalpore. E peggio è andata dopo le dichiarazioni del giudice da noi raccolte nell’audio-intervista esclusiva. “La valutazione delle azioni e della condotta dell’imputato rimane nel confine di scherzo, dell’abitudine, anche se volgare e prevaricatrice. Però non abbiamo ritenuto configurabile l’ipotesi di violenza sessuale.”

Tre impiegate palpeggiate - Per Fasciana i fatti descritti dalle impiegate vittime delle attenzioni di Lipari sono attendibili al 100% ma “la pacca nel sedere è stata, nel caso specifico, molto fugace. La mano non si è soffermata”. Di natura diversa sarebbe invece la versione delle dirette interessate che intanto non sono solo due ma tre, come racconta oggi il Corriere della Sera. La prima denuncia dell’impiegata Carmela Di Giovanna è stata infatti archiviata dopo 5 anni per prescrizione dei termini mentre sono andati avanti i procedimenti relativi alle dichiarazioni fatte da Alessia Turrisi e Maria Rosa Fricarno. I loro avvocati, sempre al Corsera, riferiscono; “Non solo ha dato pacche sul sedere e infilato un dito fra i seni a una di noi, ma proponeva di diventare amanti”.

L’inchiesta - Era il 2005 quando la prima impiegata oggetto delle attenzioni di Lipari si ribellò e scrisse una lettera al direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate Siciliane. Questo, davanti a una notizia di reato, passò la lettera alla procura, dimostrando così che il fatto non poteva essere relegato a mera questione disciplinare. Circostanza che collide con le dichiarazioni fatte a Tiscali Notizie dal giudice Fasciana il quale ritiene che i fatti (le pacche sul sedere) non sarebbero questioni da risolvere in sede penale ma disciplinare.

La speranza delle impiegate in un processo d’appello - In ogni caso nel 2005 la procura aprì un ‘indagine e accadde così che Maria Rosa Fricarno e Carmela Di Giovanna si confidarono scoprendo di essere state oggetto dello stesso tipo di attenzioni. Partì quindi una nuova indagine e un nuovo processo concluso, dopo 11 anni, con un’assoluzione. A detta dei loro legali, però, le impiegate continuano ad additare Lipari come un “bugiardo” con la speranza che ci sia un appello, un ricorso.