Il giallo della barista 22enne suicida: l’ombra di un ricatto sessuale nel suo telefonino

I carabinieri cercano di ricostruire le ultime ore della giovane di Porto Torres a partire dai tabulati telefonici. Il biglietto lasciato all’amica svela il motivo del suicidio

di Redazione

Istigazione al suicidio come esito di un ricatto sessuale: è questa l'ipotesi cui starebbero lavorando la Procura di Sassari e quella di Tempio Pausania in relazione al giallo del suicidio di una barista 22enne di Porto Torres (Sassari) il cui corpo esanime è stato ritrovato il 5 mattina nell'appartamento di un'amica a La Maddalena. La notte prima la ragazza aveva raccontato ai suoi amici di essere stata rapinata al suo rientro a casa, dopo aver finito il suo turno nel bar di Porto Torres in cui lavora. Qualche settimana fa aveva chiesto a un amico del denaro, duecento euro 'per pagare l'affitto'. Una richiesta insolita per M. che aveva un lavoro sicuro, un appartamentino dignitoso e non aveva mai chiesto denaro prima.

La rapina non denunciata

Stando a quanto riportato dall’Unione Sarda, secondo gli investigatori sarebbero troppi gli elementi che non tornano. Gli inquirenti sassaresi hanno ricevuto dai carabinieri della compagnia di Porto Torres il rapporto sulla misteriosa rapina ma il dettagliato racconto della ragazza potrebbe nascondere un'altra verità: è il 4 novembre quando racconta a un cronista e a degli amici di essere stata aggredita, narcotizzata e rapinata, mentre rientrava a casa. Mostra un livido e un graffio. Al risveglio dice di aver trovato tutto sottosopra, di aver trovato vuoto il borsello dove teneva mille euro: le mance dei suoi colleghi da dividere sotto le feste. Ma non va dai carabinieri, non sporge denuncia.

Il racconto fatto ai carabinieri

Sono i militari che, dopo aver letto la storia sul giornale, vanno al bar dove M. lavora. Si fanno raccontare tutto. Ma ci sono tante, troppe contraddizioni. L'ipotesi è che la giovane barista, spaventata, abbia voluto coprire qualcuno che conosceva e che la taglieggiava. Dopo quella strana rapina, al posto di lavoro, dove è sempre stata benvoluta, qualcuno comincia a dubitare. Tutti si fidavano ma messa alle strette lei non dà spiegazioni e decide di partire, di scappare da Porto Torres dove l'aria si era fatta pesante. Decide così di chiedere ospitalità all'amica ed ex collega che sta a La Maddalena: “Vengo a stare da te per qualche giorno, ti devo raccontare'.

La fuga a La Maddalena

E all’amica racconta di essere ricattata, parla di un filmino che qualcuno minaccia di far girare per tutta Porto Torres se lei non paga. Dopo lo sfogo l’amica la lascia sola per andare a lavorare ma quella vicenda e le pressioni che ne sono seguite non la lasciano in pace neanche lontano da Porto Torres e la ragazza decide di togliersi la vita. Prova ad impiccarsi nel bagno, non riesce e riprova in un’altra stanza. La sua amica la trova morta al rientro a casa alle due di notte. M. le ha lasciato un biglietto di scuse: a casa non ci sarebbe mai riuscita, scrive. Ma le lascia anche il racconto che l’amica riferirà in lacrime ai carabinieri. Un racconto di minacce e ricatti in cui sarebbero coinvolte più persone. E ora qualcuno a Porto Torres trema.

Le indagini

La Procura di Tempio sta infatti passando al setaccio le sue ultime ore di vita della 22enne, dall'arrivo all'incontro con l'amica che l'ha ospitata. Per ora le due indagini procedono separatamente ma su linee parallele, ma è probabile che per fare chiarezza si arrivi a un unico faldone, in grado di spiegare dove sono spariti i soldi della rapina, chi li ha presi e che rapporto avesse con la giovane, cosa fosse successo nell'ultimo periodo, cosa la inquietasse al punto da costringerla ad allontanarsi temporaneamente da Porto Torres. La prima risposta arriverà nelle prossime ore dall'analisi dei suoi tabulati telefonici. L'inchiesta per ora è contro ignoti e l’ipotesi di reato e istigazione al suicido.