Barbara D'Urso nella bufera per la foto a mani giunte: “Ho dato mandato agli avvocati di tutelarmi”
“E’ fortemente ingannevole pensare che io stia dissacrando la memoria di una persona scomparsa e i suoi funerali". La foto fatta durante una festa privata richiamava il frame di un tg in cui si vedeva la presentatrice in chiesa a mani giunte ai funerali di Silvio Berlusconi”
"Era un modo per prendere in giro solo e soltanto me stessa" – scrive Barbara D’Urso sui social – aggiungendo che è "fortemente ingannevole pensare che io stia dissacrando la memoria di una persona scomparsa e i suoi funerali". La foto fatta durante una festa privata che richiamava il frame di un tg in cui si vedeva la presentatrice in chiesa a mani giunte ai funerali di Silvio Berlusconi, dunque, non avrebbe secondo la conduttrice nessuna correlazione con "la volontà di lasciami a casa senza preavviso" da parte di Mediaset.
Barbara D’Urso precisa inoltre di aver incaricato i suoi avvocati di agire per la sua tutela.
La precisazione
"Amiche mie e amici miei avevo deciso di tacere e continuerò a farlo fino al momento opportuno, ma ora mi vedo purtroppo costretta ad una precisazione. Irragionevolmente alcuni siti, e non solo, pubblicano da giorni una mia foto privata, dando a questa foto un senso causale al comportamento lesivo nei miei confronti da parte dell'azienda per la quale lavoro" premette D'Urso che spiega: "tutto parte da un frame estratto da un telegiornale nel quale io, in chiesa, ho le mani giunte durante l'ostensione del calice. Un gesto che sento mio, che rappresenta, essendo io credente e libera di pregare come preferisco, che sia un funerale o qualunque altra funzione religiosa".
Poi però, "questo gesto diventa virale sui social e sere dopo, ad una festa privata e con pochi amici, scattiamo questa foto autoironica, in riferimento a tutti i post che mi hanno presa in giro. Era un modo per prendere in giro solo e soltanto me stessa, ovviamente senza intenti denigratori e offensivi verso un funerale, anche in nome della mia fede".
“Uno scatto privato”
Insomma si trattava di "scatto strettamente privato, che non sarebbe assolutamente dovuto diventare pubblico, come dimostra la presenza vicino a me di una persona strettamente legata all'azienda per la quale lavoro, che non ha ovviamente alcun interesse a denigrare il funerale che si era svolto precedentemente. Nessuno l'ha mai autorizzato, è stato fatto col telefono di un amico che l'avrebbe dovuto girare solo a me, ma così non è stato. È fortemente ingannevole pensare che io stia dissacrando la memoria di una persona scomparsa e i suoi funerali, portando addirittura la gente a credere che la volontà di lasciarmi a casa senza preavviso sia collegata a questo episodio che risulta essere completamente sconnesso".
Per la conduttrice di Pomeriggio Cinque, dunque, "non esiste alcuna causa/effetto, tanto che fino al giorno 26 giugno alle 14,30 al mio manager continuavano a parlare di contratto di due anni con prima serata”.
La diffida
Nel post la conduttrice annuncia anche che i suoi legali hanno già predisposto iniziative a sua tutela. "Ricordo, infatti, che pubblicare foto riguardanti il privato di una persona, che la stessa non abbia autorizzato, integra (la) violazione degli articoli 10 del codice Civile e degli articoli 96 e 97 della legge 633/41 (L.D.A) oltre che della normativa sulla Privacy, rendendo responsabili sia l'autore della prima diffusione che coloro che hanno continuato a diffonderla e mantenerla pubblicata, essendo già stati destinatari di diffide da parte dei miei legali che ne hanno avuto conoscenza, anche indiretta, o che ne stanno venendo a conoscenza ora. Infatti lo strumentale accostamento tra la foto pubblica che mi ritrae in occasione di una funzione religiosa in atteggiamento di preghiera e quella che mi ritrae in situazione privata è lesiva del mio onore e reputazione".
Pronte le azioni penali
"Le comunicazioni un cui è avvenuto tale accostamento strumentale, con conseguenti affermazioni false che hanno voluto attribuire a tale foto la motivazione della unilaterale decisione di Mediaset di interrompere la mia conduzione di Pomeriggio Cinque, sono già state contestate dai miei legali come diffamatorie, al fine dell'avvio di conseguenti azioni in sede penale e civile e al Garante della Privacy, onde ottenere idonea punizione e il risarcimento dei danni. I giornalisti responsabili - conclude - saranno anche oggetto di segnalazione all'Ordine professionale, per violazione del Codice deontologico".