Lo strano caso delle attrici scomparse: perché non è la prima volta e forse non sarà l’ultima
Il poster di “E' per il tuo bene” senza attrici ha scatenato la polemica. L'associazione 100autori: combattiamo queste 'sviste'
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“Rimozione di genere” lo aveva definito il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano prendendo a prestito una locuzione già usata da tempo da tante associazioni femministe. E queste hanno tributato al ministro il merito di avere stigmatizzato un comportamento che viene costantemente perpetrato a tutti i livelli, da quello istituzionale (come la tavola rotonda di cui Provenzano declinò l’invito per assenza della minima rappresentanza di genere) a quella dell’intrattenimento. L’ultimo episodio di “scomparsa delle donne”, si è infatti verificato nel mondo del cinema e, come fece il ministro, l'associazione 100autori e U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) non ha mancato di farlo notare.
La locandina della discordia
La polemica di genere stavolta è stata innescata dalla locandina di E' per il tuo bene, di Rolando Ravello, che riportava solo i nomi del cast maschile (un cartonato per la presentazione on line del film, non la locandina ufficiale). Le scuse di Medusa (un errore nella stampa grafica) sono arrivate ma il mea culpa non è bastato e la locandina continua a fare discutere. In una nota gli autori di U.N.I.T.A. vogliono provare a sollevare 'ancora una volta il velo su ciò che si cela dietro la cosiddetta 'svista' ponendo una semplice domanda: non sarà l'ennesimo piccolo penoso paradigma di un retaggio culturale purtroppo ancora molto diffuso? Difficile addentrarsi in casi come questo nei meandri della consapevolezza o dell'inconsapevolezza, ciascuno valuti cosa sia peggio. Sta di fatto che si registra una bizzarra distorsione percettiva tutta italiana per cui queste distrazioni, stranamente, finiscono per riguardare sempre le donne'.
Stessi diritti
Forse c’era poco “spazio” per la promozione, e quando lo spazio è scarso chi ci rimette fra i due sessi in genere è quello che, ancora, viene definito debole. Ad ogni modo i 100 autori fanno appello, in occasione di questa vicenda, 'ai produttori, agli uffici stampa, ai giornalisti e ai responsabili dei festival affinché il nome delle attrici e la loro immagine, vengano sempre tutelati e trattati in maniera paritaria. Le donne, alla pari degli uomini, sono al centro di qualunque processo produttivo. L'industria cinematografica ne conosce molto bene il valore e tuttavia spesso non riconosce loro gli stessi diritti'.
Che non accada più
Alla stampa si chiede di essere alleata sul tema della inclusione: 'i giornalisti sanno quanto sia importante tenere alta l'attenzione del pubblico su questi temi. U.N.I.T.A. e l'associazione 100autori da parte loro continueranno a chiedere un atteggiamento di maggiore rispetto e attenzione nei confronti del lavoro delle donne affinché 'sviste' o episodi analoghi non si ripetano mai più'.