L’aspirante magistrata conferma le accuse: 'Umiliata e intimidita durante la perquisizione'

Cristiana Sani replica alle controaccuse di avere copiato e di essere stata perquisita per questo motivo: “Non sono stata esplusa”

Laspirante magistrata conferma le accuse Umiliata e intimidita durante la perquisizione
di Redazione

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Sembra che in Italia vestire la toga sia diventato un percorso ad ostacoli: dopo il caso Bellomo siamo infatti a quello di Cristiana Sani che qualche giorno fa ha denunciato di avere subito, durante il concorso di magistratura, una perquisizione da parte di agenti donna della polizia penitenziaria trasformatasi in “violenza” per l’assurda richiesta di abbassarsi le mutande.

La smentita del ministero della Giustizia

Dopo l’indignazione generale, il ministero della Giustizia ha smentito nel merito la versione della ragazza. “Fonti ministeriali dicono che la realtà è un’altra - scrive Repubblica -: Sani, dopo ripetuti andirivieni dalla sala verso il bagno, che avevano insospettito gli agenti, è stata sì perquisita e le sono stati trovati addosso alcuni bigliettini; per questo è stata espulsa dal concorso“.

“Nessuna esplusione”

La Repubblica ha così intervistato la diretta interessata che sostiene di non avere copiato, di non essere stata colta in flagrante e di non essere stata espulsa: “Ho un verbale che attesta la mia regolare partecipazione alle prove. Non mi sono stati trovati addosso né bigliettini né altro. Mi sono alzata una volta soltanto per andare in bagno. L’unica verità di questa storia è che, insieme ad altre colleghe, sono stata umiliata e intimidita da sue agenti di polizia penitenziaria che mi hanno chiesto di togliermi le mutande in pubblico. Tutto questo ha soltanto un nome: violenza”.

Il rifiuto

La Sani, che ha la svolto attività anche in centri anti violenza sulle donne, si è però rifiutata di abbassarsi le mutande: “mi sentivo umiliata, ferita. Mi sono rivestita e sono tornata al mio posto. Eppure credevo di essere pronta a reagire a un abuso del genere”.

La richiesta di chiarimenti al Guardasigilli

La 30enne conferma quindi le accuse enunciate in un post su Facebook pochi giorni fa relative al concorso che ha sostenuto il 26 gennaio scorso a Roma. Intanto le richieste di chiarimenti iniziano ad arrivare anche dalla politica con la preghiera espressa dalla senatrice di Leu, Maria Cecilia Guerra, perché il ministro Orlando faccia chiarezza.

 

01/02/2018
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