“Non voglio più di essere pesata come le vacche ", decisione clamorosa dell’arbitra. “Io discriminata perché grassa”
Martina Scavelli, arbitra di serie B di pallavolo, si sfoga su Facebook rivolgendosi a Paola Egonu: "Tu discriminata perché nera, io perché grassa"
I mondo delle sport non è esente dalle discriminazioni che siano razziali, di genere o per gusti sessuali. Ne sa qualcosa Paola Egonu che ha vissuto un’esperienza controversa con la nazionale femminile di volley proprio a causa di chi insulsamente le rimprovera il colore della pelle. Per questo Martina Scavelli si è rivolta lei nel suo sfogo su Facebook nel quale ha annunciato di volersi dimettersi da arbitro di serie B di pallavolo perché stanca di essere discriminata per il sovrappeso. "Non sopporto più - scrive Scavelli in un post su Facebook - di essere misurata e pesata come si fa con le vacche!".
Foto Ansa e Instagram
Il problema del girovita
Nel post l'arbitra, che vive a Catanzaro, si rivolge alla giocatrice di pallavolo con la frase: "tu sei nera, io sono grassa!" "Lo sport - aggiunge - dovrebbe unire, anziché emarginare. E io non voglio più essere messa all'angolo per qualche centimetro o qualche chilo in più. Ho superato i valori previsti di Bmi e circonferenza addominale e non è emerso nulla di eccessivo. Ho ricevuto una penalizzazione di 3 punti nell'ambito del punteggio Dirigenti di settore e l'esonero dall'impiego fino al raggiungimento dei valori previsti. La penalizzazione mi porterà, a fine stagione, a passare dalla serie B al campionato regionale, facendo un enorme passo indietro. Parametri fuori norma, certo, ma di poco. Un poco che non scalfisce la qualità del mio servizio. Come se tre dita in più sul mio girovita potessero mettere a rischio una partita di pallavolo che, tra l'altro, non prevede che l'arbitro corra per il campo come succede nel calcio. Le regole sono regole, io le ho accettate e le rispetto, ma non vuol dire che siano sacre e immutabili”.
Calpestata da imposizioni senza tolleranza
Sconfortata, Martina continua: “Ho operato al servizio della Federazione dal 2007, con grande senso di responsabilità, devozione e disciplina. Sono sempre stata consapevole dei regolamenti legati all'attività di arbitro e ho mantenuto un comportamento scrupolosamente osservante delle regole, anche in merito ai parametri antropometrici. Mi sono sempre autodenunciata nel momento in cui ho realizzato di superare i parametri imposti. Mi sono sempre autosospesa. Ad oggi, però, non sono disposta ad accettare che una carriera fondata sui sacrifici e sul massimo rispetto possa essere 'calpestata' da imposizioni del genere che non prevedono soglie di tolleranza". "Ho deciso allora di dire basta - scrive ancora l'arbitra - per me e per tutti i grassi. Basta a delle regole che non sempre vengono fatte valere 'erga omnes'. Basta a chi si basa sui numeri e sotterra le emozioni".