Pornografia e minori, la ministra Roccella fa suo l'appello di Rocco Siffredi
A dirlo è la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità in un post su Facebook, entrando nel dibattito sull'educazione sessuale
"In questi giorni, di fronte ai ripetuti casi di stupro di gruppo ai danni di ragazze o addirittura ragazzine ho posto il problema dell'accesso precoce a una pornografia che peraltro è sempre più violenta e degradante".
A dirlo è la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità, Roccella, in un post su Facebook.
La politica ancora una volta crede che l'educazione sessuale sia un problema del porno
L'Italia non offre una sana e opportuna educazione sessuale e affettiva ai suoi giovani né in famiglia né a scuola e di fatto lascia al porno l'onere di farlo. Ma quando accadono fatti terribili di cronaca, come gli ultimi due stupri di gruppo perpetrati da giovanissimi chiama in causa il porno accusandolo di dare una immagine degradante e violenta della sessualità.
In poche parole il governo, ma la politica in generale, continua a scaricare sul mondo dell'erotico la responsabilità dell'educazione tentando in qualche modo di far passare il messaggio che se certi fatti accadono è perché il "porno non è gentile con le donne". Verrebbe da sorridere per l'imbarazzo se non ci fossero dietro queste uscite, la vita distrutta di giovani donne.
Continua la ministra Roccella, che neppure per sbaglio ipotizza l'introduzione nelle scuole di un'ora settimanale di affettività come accade in tutti i Paesi d'Europa a parte gli stati amici della Meloni, bigotti, dell'est.
"Non perché ci sia ogni volta necessariamente un nesso di causa-effetto, ma perché il tema esiste e dobbiamo porcelo, dobbiamo discuterne come stanno facendo in molti Paesi del mondo. Gli studi parlano di sette anni come età media del primo accesso dei bambini a contenuti porno, ed è evidente che le tecnologie hanno moltiplicato il fenomeno in modo esponenziale.
Anche perché in campo tecnologico i figli sono molto più bravi e aggiornati dei genitori, che dunque si sentono spesso disarmati e impotenti".
Per Roccella, Rocco Siffredi come educatore
Secondo la ministra "non è solo una questione di controllo e di divieti, è una questione educativa. Oggi ne hanno parlato, fra gli altri, Luca Ricolfi e Annamaria Bernardini de Pace. Si tratta di capire cosa offriamo ai nostri ragazzi, di cosa nutriamo gli anni della loro formazione come persone, come interpretare la genitorialità in un mondo sempre più complesso nel quale il gruppo dei pari sembra prendere sistematicamente il sopravvento sulle relazioni "verticali".
Ho posto il tema per aprire un dibattito, e un sostegno tanto inatteso quanto apprezzato - prosegue - è arrivato da Rocco Siffredi. Mi ha inviato una comunicazione privata, alla quale certamente risponderò, e si è esposto pubblicamente con un'intervista a Libero, per dirsi d'accordo con me sul problema dei bambini e della pornografia. Ho voluto citare lui, fra coloro che in questi giorni si sono pronunciati, perché non era scontato che una persona che del mondo pornografico è un protagonista prendesse una posizione del genere. E perché probabilmente sulla sua scelta ha influito anche il suo ruolo di padre. Questo dibattito va approfondito, perché oggi è più che mai necessaria - conclude - una riflessione sulla questione educativa".
Parole molto belle ma che non spiegano quale sia la reale intenzione del governo e della politica tutta, nell'intervenire per costruire una società che viva la sessualità, non come censura ma come normale e sana attività vitale, promossa nel rispetto reciproco. Il mondo dell'hard fa intrattenimento, all'educazione ci devono pensare gli educatori, non gli attori e le attrici porno.
Di fatto però Siffredi dice quello che dovrebbero spiegare non gli attori dell'hard ma genitori e insegnanti
“I giovani non sanno che ciò che vedono nei film è pura finzione. Che agli attori maschi vengono fatte punture, che per garantire loro quella durezza che può durare ore, gli vengono iniettate sostanze micidiali. Che le donne, le attrici, per non sentire dolore vengono anestetizzate. Voglio dire ai ragazzi che quello che viene riprodotto nei film non rappresenta la realtà".
Il punto è che anche gli adulti non sono educati alla sessualità. Nessuno può insegnare ciò che non conosce.
E aggiunge la provocazione
“Blocchiamo tutti i siti porno in rete. Se necessario, mi offro come portavoce e accetterei anche la chiusura del mio sito. Per aiutare i giovani questo e altro. Io mi sento un po’ responsabile di ciò che sta accadendo, più come padre che attore. Perché noi non siamo educazione sessuale. Non nasciamo per quello, nasciamo come intrattenimento”.