Allatta il figlio che piange durante il volo e le dicono di smettere: l’assurda motivazione
Allatta sul volo perché il bambino piange ma le viene detto di smettere: "Mette i passeggeri a disagio". A raccontare la vicenda è stata la stessa donna, una giovane mamma di 28 anni
A Chelsea Williams, 28enne ingegnere informatico del Galles, il 30 luglio scorso è successa una cosa assai spiacevole e fuori dal tempo (e dalla ragione). Mentre viaggiava con suo marito e i due figli piccoli da Manchester all'Algeria, poco prima del decollo una volta sedutasi e nonostante il neonato fosse allacciato con lei sul sedile, in conformità con le regole delle compagnie aeree, si è sentita ammonire da un membro dell'equipaggio che le ha chiesto di smettere di allattare, la giustificazione usata è stata: "Mette i passeggeri a disagio".
La reazione della giovane madre
In un lungo post sui social dove ha raccontato l'accaduto scrive: "Prima del mio volo di ritorno, ho pensato di controllare quali fossero le regole ufficiali perché ero scioccata dal fatto che non fosse permesso allattare". Dopo che il marito della donna ha chiesto dove fosse scritto il divieto è arrivata l'ulteriore assurda risposta: "Non ci sono restrizioni ufficiali, tuttavia non lo consigliamo perché metterebbe a disagio le altre persone".
Si è presentata all'Assemblea generale dell’Onu a New York portando con sé la figlia di appena tre mesi. La premier neozelandese Jacinda Ardern scrive così un pezzo di storia, diventando la prima leader mondiale a partecipare all'evento che riunisce i capi di Stato e di governo di buona parte dei Paesi del mondo con la sua neonata al seguito.
Nata lo scorso 21 giugno, la piccola Neve è stata tenuta in braccio dal papà Clarke Gayford, che si occupa a tempo pieno della bimba, mentre la mamma teneva un discorso al Nelson Mandela Peace Summit. Poco prima le immagini hanno mostrato una Ardern sorridente che giocava con la figlia nella sala dell'Assemblea Generale.
Dopo l'incontro, il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha elogiato Ardern per "aver dimostrato che nessuno è più qualificato a rappresentare il suo paese di una madre che lavora". "Solo il 5% dei leader mondiali sono donne, quindi dobbiamo renderle le benvenute il più possibile", ha detto.
La premier è tornata a lavorare ai primi di agosto, dopo sei settimane di congedo di maternità. Poiché continua ad allattare la figlia ha voluto che Neve fosse con lei, durante il viaggio di sei giorni negli Stati Uniti e Gayford, un presentatore televisivo di un programma sulla pesca, l’ha accompagnata per occuparsi della bambina.
Ai microfoni di Today, sulla rete americana Nbc, alla domanda se sia più difficile governare la Nuova Zelanda o portare sua figlia su un volo di 17 ore, Ardern sorridendo ha risposto che al momento i due impegni sono "alla pari" e ha detto di essersi scusata in anticipo con i suoi compagni di viaggio. Poi ha spiegato che il ruolo da primo ministro ha "soddisfatto le mie aspettative", ma la gioia che le ha procurato la nascita di Neve "le ha superate di gran lunga".
Dalla settimana scorsa, in Nuova Zelanda, la legge consente al primo ministro o ai ministri di viaggiare con una baby sitter, negli incarichi all’estero, e far coprire le spese dal contribuente. Tuttavia, Ardern ha fatto sapere che i biglietti del compagno e le spese sarebbero state pagate di tasca propria, perché gli eventi a cui Gayford deve partecipare in quanto partner ufficiale sono pochi e la maggior parte del suo tempo sarebbe stata dedicata a Neve.
Gayford ha postato su Twitter una foto del pass di sicurezza di Neve, che recita "first baby". "Avrei voluto poter catturare lo sguardo sorpreso di una delegazione giapponese che è entrata in una sala riunioni nel bel mezzo di un cambio di pannolino. Sarà un grande racconto per il suo 21esimo compleanno", ha scritto nel post.
Seconda leader mondiale a partorire mentre è in carica, dopo la premier pachistana Benazir Bhutto, Arden all'Assemblea Onu ha fatto quello che l'eurodeputata del M5S Daniela Aiuto fece nel 2015, presentandosi nell'aula del Parlamento europeo a Strasburgo con il figlio di pochi mesi in braccio. Prima di lei, il 22 settembre 2010, un'altra eurodeputata italiana, Lucia Ronzulli, aveva portato in occasione della sessione plenaria la figlia di appena 44 giorni per rivendicare maggiori diritti per le donne per conciliare vita professionale e familiare.
Fonte Adnkronos - Foto Instagram e Ansa
Una intera ora per calmare il bambino che non poteva essere allattato
La Williams ha poi riferito ad alcuni tabloid che il suo bambino "stava piangendo, in modo davvero disperato". "Stavo sudando, ero sull'orlo delle lacrime. Mi sentivo come se tutti gli occhi fossero puntati su di noi perché il bimbo stava urlando ed io non avevo un bell'aspetto in quel momento".
Le scuse del portavoce di TUI, la compagnia aerea con cui la famiglia viaggiava
"Siamo davvero dispiaciuti per l'angoscia causata alla signora Williams e al suo bambino. In qualità di compagnia di viaggi a misura di famiglia, sosteniamo l'allattamento al seno sui nostri voli in qualsiasi momento. Attualmente stiamo conducendo un'indagine interna e ci assicureremo che tutti i colleghi siano riqualificati sulla nostra politica favorevole all'allattamento al seno".