Un “albo” per prostitute in ogni Comune: certificati obbligatori, previdenza e fisco
La proposta di legge di iniziativa statale sarà discussa dal Consiglio regionale del Veneto: mai più lucciole in strada
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Da quando la legge Merlin - nel 1958 - ha abolito le case chiuse, ogni tanto qualcuno tenta di affrontare di nuovo l’argomento “prostituzione” rievocando l’istituzione di luoghi appositi o di registri “professionali”. L’ultima novità arriva dal Consiglio regionale del Veneto si discuterà di un progetto di legge, di iniziativa statale, che mira a regolamentare la prostituzione, istituendo appositi 'albi' di iscrizione per le 'lucciole', registrati nei Comuni, con l'identità di chi pratica questa attività.
Mai più per strada
La proposta del consigliere Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) - riferisce il Gazzettino - arriverà oggi all'attenzione della commissione sanità del Consiglio, convocata nella sede di Palazzo Ferro Fini. La regolarizzazione prevede la possibilità di esercitare la prostituzione anche in 'forme associate', ma senza turbare 'la quiete, la sicurezza, e l'ordine pubblico'. Il sesso a pagamento non potrebbe mai essere esercitato in strada.
Certificato obbligatorio
In base alla proposta di legge, composta di 15 articoli, le 'lucciole' sarebbero tenute al pagamento degli oneri per sanità, previdenza e fisco, e avrebbero l'obbligo di mantenere la totale riservatezza dell'identità dei clienti. Previsto anche un certificato di idoneità sanitaria.
Vedremo se la proposta verrà approvata e, nel caso, se altre regioni imiteranno il Veneto.