Alba Parietti e la gogna: "L'ho provata mille volte ma ecco cosa mi spaventa della reazione di Lucarelli"
"MI ha impressionato la reazione della Lucarelli. Si appella alla libertà di dire la verità, fa bagarre con i colleghi, ma non spende una parola di dispiacere sulla povera donna"
"Conosco perfettamente cosa significa una gogna mediatica", a raccontarsi in un lungo post su Instagram è la conduttrice e attrice Alba Parietti, che come altri e altre in queste ora, è intervenuta sul caso del presunto suicidio della ristoratrice Giovanna Pedretti. Ricordiamo che si indaga per istigazione al suicidio dopo articoli di giornali e post che la accusavano di aver mentito su una recensione sul suo locale.
"Quando mio figlio uscì dal Grande fratello, arrivarono sulla mia pagina un tale numero di insulti, di offese di minacce che io chiamai Signorini singhiozzando, devastata, premetto che io sono una che non piange praticamente mai, perché faccio parte di quelle persone educate a non mostrare le emozioni perché ne ho pudore.
Io sono una persona che ha le spalle molto larghe, sono abituata, fa parte del mio lavoro mi è successo 1000 volte in dibattiti politici, con minacce di morte anche gravi.
Ritengo sia sbagliato per un personaggio pubblico accanirsi contro chi non è’ attrezzato per difendersi. Ritengo tuttavia anche che il suicidio non possa essere attribuito in questo caso in primis al post scritto dal fidanzato della Lucarelli, ma semmai dalle conseguenze e lo scarso controllo di ciò che poi viene pubblicato dal popolo del web e dagli odiatori sui social".
L'errore di Lucarelli secondo Parietti
"Posso dire però che mi ha molto impressionato invece la reazione della Lucarelli. Si appella alla cosiddetta libertà di dire la verità, di essere una giornalista, fa bagarre con i colleghi, ma non spende una parola di dispiacere sulla povera donna. Parla del fratello di lei, suicida, appellandosi alla genetica, litiga con i colleghi e con i politici che come sempre approfittano della situazione per farne una questione politica e non morale, generale, senza pensare invece a una legge che tuteli tutti nessuno escluso da massacri mediatici, oltraggiosi".
La domanda giusta da farsi
"Ma se io investo e uccido una persona con la mia auto, il mio primo pensiero quello dove mi porta la mia sensibilità è che una persona comunque è’ morta e che io a torto o a ragione, per fato per disgrazia o per colpa mia gli ho tolto la vita? Sarei distrutta e mortificata mi prostrerei davanti alla tragedia umana, prima della ragione se ne avessi verrebbe la compassione, il dispiacere, l’umanità, l’empatia il silenzio il rispetto per il dolore dei famigliari.
La Lucarelli (nonostante mi abbia trascinata in tribunale per un’inutile causa) la ritengo un’ottima comunicatrice e una donna molto intelligente, ma l’intelligenza a mio avviso vale solo nella sua applicazione…"