Agnodice, la prima donna medico: si travestì da uomo per studiare e aiutare le donne che morivano di parto
Molte partorienti a quei tempi morivano. Lei voleva fare qualcosa per aiutarle ma studiare medicina era vietato alle donne. Così assunse le sembianze di un uomo. Salvò molte vite ma ad un certo punto fu accusata dai colleghi invidiosi e dovette rivelare la verità. Rischiò tuttavia una condanna durissima ma le donne di Atene scesero in piazza e cambiarono la sua sorte... e la storia
Forse c’è un confine ancora indefinito tra leggenda e realtà, forse tutto è stato mitizzato nei millenni, però la storia è molto bella e merita di essere raccontata. Nei secoli prima di Cristo molte donne morivano di parto, un accadimento costante in quell’epoca e, nell’antica Grecia, una ragazza fu impressionata dal triste destino che colpiva molte future madri, così si mise in testa di fare qualcosa: decise di diventare medico. Quella professione però in quel tempo, nel IV secolo a.C. – al pari dello studio della fisica - era proibita alle donne. Tuttavia Agnodice (in greco antico: Ἀγνοδίκη), così si chiamava la ragazza, non si arrese all’ingiustizia di quelle leggi e ricorse ad uno stratagemma a costo di esporsi a terribili conseguenze: si tagliò i capelli, si vestì con abiti maschili e si trasformò in un uomo per poter studiare medicina. Affrontò gli studi con fervore, raccolse grande merito e riconoscimenti e, ad un certo punto, lasciò perfino Atene per recarsi in Egitto e approfondire la sua preparazione. Una scelta oculata perché, all’ombra delle piramidi, le donne avevano ruoli importanti nel campo della medicina, e lei si giovò in maniera rilevante di quella esperienza.
Sulle rive del Nilo l’intraprendente scienziata si specializzò alla scuola di Erofilo, grande anatomista di allora e, finito il percorso formativo, rientrò ad Atene dove cominciò a esercitare come medico, sempre travestita da uomo, dedicandosi in particolare all’Ostetricia e alla Ginecologia.
Le urla di dolore
Secondo il racconto di Gaio Giulio Igino - che parla di lei nel I secolo d.C. nelle sue Fabulae - Agnodice un giorno, attirata dalle strazianti urla di dolore di una partoriente in travaglio, si offrì di soccorrerla. Ma la donna rifiutò il suo aiuto considerandola un uomo. A quel punto lei – secondo il racconto - avrebbe sollevato le gonne per dimostrarle che in realtà era una donna e la paziente si sarebbe lasciata assistere riuscendo a partorire felicemente.
Dopo quel fatto, ad Atene, il nome di Agnodice volò da una bocca all’altra e la sua popolarità crebbe velocemente. Sempre più donne finirono col riporre in lei massima fiducia e richiedere i suoi interventi, tanto che i medici di sesso maschile persero molte delle loro clienti. Questo li fece diventare invidiosi di quel giovane ed affascinante medico e molti cominciarono ad odiarlo. Come succede in questi casi le malelingue seminarono veleni e il venticello della calunnia prese a soffiare insistente.
L'accusa degli invidiosi
Accusarono il medico di far successo perché seduceva le pazienti e accusarono molte pazienti di fingere di avere malori per procurarsi incontri di piacere con lui.
Agnodice fu trascinata davanti al tribunale dell’Areopago - antico tribunale ateniese - e, per far cadere l’accusa, fu costretta a rivelare la sua vera identità. Gli uomini di Atene infatti le imputavano il comportamento indecente e, rivelandosi, lei annullò tali illazioni. Ma i suoi nemici, a quel punto, chiesero venisse condannata per il fatto di aver studiato indebitamente medicina, cosa proibita al sesso femminile e considerata reato gravissimo.
La folla delle donne
Stava rischiando una durissima condanna, ma le donne di Atene, appresa la situazione, agirono come una sola persona. Lasciarono le case, le botteghe, le occupazioni e scesero nelle piazze e nelle strade. Una gran folla di mamme, mogli, fidanzate, ragazze, si radunò davanti al tribunale prima della sentenza, scatenando gran tumulto e chiedendo l’assoluzione della dottoressa che tanto bene aveva fatto alle donne della città. I giudici davanti alla situazione capitolarono e Agnodice fu assolta dalle pesanti e ingiuste accuse. Non solo, fu anche modificata la legge che impediva alle donne di curare le donne purché l’esercizio medico fosse circoscritto alla cura del genere femminile. Agnodice può quindi a ragione essere considerata il primo grande medico donna della storia greca. Va detto che la sua figura storica, secondo alcuni studiosi, è ancora oggetto di discussioni. Tuttavia rappresenta l’emblema di una grande donna la cui vicenda - sia pur colorata dal mito, come ritiene qualcuno - merita di essere ricordata. Specie di questi tempi.