A Verona passa una mozione pro-vita e contro l’aborto: a favore pure la capogruppo Pd
Previsti fondi pubblici per associazioni e iniziative contro l’interruzione di gravidanza. È polemica nel Pd per il voto della capogruppo
Non sono bastati i tentativi di attacco da parte del senatore leghista Simone Pillon, ora la legge sull’aborto subisce iniziative leghiste anche a livello locale. Il consiglio comunale di Verona ha approvato nella notte fra giovedì e venerdì, con 21 voti a favore e sei contrari, una mozione sottoscritta anche dal sindaco Federico Sboarina, che dichiara Verona 'città a favore della vita' e finanzia associazioni cattoliche per iniziative contro l'aborto. Il testo prevede di inserire nell'assestamento di bilancio finanziamenti ad associazioni e progetti che operano nel territorio, promuovere il progetto regionale 'Culla Segreta', proclamare Verona città 'a favore della vita'.
Sepoltura automatica dei feti abortiti
Respinta, e meno male, la proposta per la sepoltura automatica - anche contro il parere dei genitori - dei feti abortiti ma c’è da preoccuparsi per il solo fatto che l’iniziativa fosse all’ordine del giorno. Come in una seduta precedente, al consiglio hanno assistito attiviste del movimento femminista 'Non Una di Meno' vestite da ancelle come i costumi della serie Tv 'Handmaid's Tale', che dopo l'approvazione della mozione sono state fatte allontanare dall'aula. Le attiviste sono, tra l’altro, rimaste incredule per il voto del Pd in aula: 'Facciamo presente – afferma una nota del movimento - che la capogruppo del Pd Carla Padovani ha votato a favore della mozione'.
Uno schiaffo alle veronesi
Pronta la presa di posizione di una collega democratica: 'Nella notte Verona e le sue cittadine hanno subito uno schiaffo inaccettabile. Il voto del consiglio comunale per dichiarare Verona 'città a favore delle vita' ci ha riportato indietro ad anni in cui le donne morivano per le interruzioni di gravidanza e proliferavano gli aborti clandestini', dichiara la deputata veronese Alessia Rotta (Pd). 'La nostra città - prosegue - non deve dare ulteriori prove di essere a favore della vita: Verona è medaglia d'oro della Liberazione dal nazifascismo e la vita l'ha difesa e tutelata con il coinvolgimento di tutta la popolazione. L'approvazione nottetempo delle mozioni leghiste, invece, la rende un luogo ostile alle donne e carico di ipocrisia. Spiace che anche all'interno del Partito Democratico Veronese ci sia chi, come Carla Padovani, non abbia capito la gravità di quanto la Lega stava cercando di fare, rendendo il corpo delle donne una merce di scambio politico. Una grave responsabilità sia verso le cittadine e i cittadini, sia per non aver informato il gruppo e per non averlo rappresentato - conclude - ma abbiamo la consapevolezza che si tratta di una posizione del tutto personale'.
“La capogruppo fuori dal Pd”
Ma c’è chi non si accontenta di una presunta incomprensione e chiede l’allontanamento dal Pd. La mozione approvata dal Consiglio comunale di Verona sull'aborto 'farebbe già accapponare la pelle così, qualificando anche chi l'ha proposta, ma c'è una cosa a mio parere più grave. La mozione è stata votata anche dalla capogruppo del Pd in consiglio comunale Carla Padovani. Ecco, non userò molte parole: non credo che sia una persona che possa stare nel Pd', scrive l'onorevole Giuditta Pini su Facebook. 'Non conosco i motivi - prosegue Pini - che l'hanno portata a sedere in consiglio comunale rappresentando tutta la comunità del partito, ma non credo sussistano più. Perché per quanto possiamo essere plurali, esistono dei limiti che qualificano anche lo stare in una comunità e credo che lei li abbia allegramente superati', conclude.