Gran parte dei fondi contro la violenza sulle donne sono bloccati: ecco perché
Leggi più veloce
Ci sono più fondi rispetto al passato. Peccato, però, che non vengano erogati per tempo e non arrivino dove servono. È questa la difficile situazione in cui si trovano i Centri antiviolenza per le donne sparsi nel territorio italiano. Una situazione che viene denunciata da ActionAid italia e di cui si occupa il quotidiano La Stampa.
Nel Piano straordinario contro la violenza sessuale del biennio 2015-2017 sono stati stanziati 85.774.736 euro, di cui 54,5 milioni ad opera del Dipartimento per le Pari Opportunità e 30,8 milioni di soggetti partner. Si tratta di una cifra importante di cui però soltanto poco più di un terzo è arrivato a destinazione: “in base alla documentazione consultata disponibile al 20 ottobre 2018 risultano essere stati erogati30.842.006, corrispondenti al 35,9% del totale”.
In pratica i soldi restano bloccati per la burocrazia e le lentezze delle procedure. Nel blog Donne che contano, progetto di ActionAid, si legge: “Il monitoraggio ha rilevato un ritardo generale nella erogazione dei fondi. Vi sono attività ancora in corso, altre in procinto di partire, altre ancora non sono ancora state programmate. Esemplificativa in tal senso la tempistica relativa all’avvio del Piano 2015-2017. Adottato, dopo l’intesa della Conferenza Unificata, con il DPCM del 7 luglio 2015, il Piano è stato attivato con il primo Avviso pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 marzo 2016, con scadenza per la presentazione delle proposte progettuali il 22 aprile 20163; la graduatoria ufficiale di assegnazione delle risorse è stata pubblicata il 21 novembre 2016, 16 mesi dopo l’adozione del Piano, a cui si devono aggiungere ulteriori mesi per il trasferimento dei fondi e l’avvio effettivo delle attività. Il ritardo nell’erogazione delle risorse è un fatto particolarmente grave perché impatta sulla sostenibilità dei centri anti-violenza, delle case rifugio ma, soprattutto, mette a rischio la possibilità delle donne di accedere a servizi di supporto per fuoriuscire da situazioni di violenza”.
Va anche peggio se si prendono in considerazione soltanto i fondi attribuiti direttamente alle Regioni: al 31 ottobre 2018, si legge nel rapporto di ActionAid, “le Regioni hanno liquidato solo il 25,9% delle risorse. Nello specifico è stato erogato il 30,6% dei fondi destinati al potenziamento dei centri antiviolenza e il 17% dei fondi per l’istituzione di nuove strutture”.
“Ci troviamo di fronte a procedure molto complesse”, ha dichiarato Isabella Orfano, esperta dei Programmi Diritti delle Donne di Action Aid Italia. Sarebbe stato giusto dotarsi di personale adeguato per garantire l’attivazione di tutte le procedure. Il ritardo riguarda il Piano 2015-2017 che avrebbe dovuto concludersi a luglio di un anno fa ma è ancora in pieno svolgimento. E riguarda già il piano successivo, quello del 2017-2020 che alla vigilia del 2019 è ancora solo un pezzo di carta”.