'Troppo grassa per la visita', paziente respinta da ginecologa

È accaduto alla Asl Chieti, rammarico della struttura per l’accaduto. L’Ordine dei medici ha disposto accertamenti

Troppo grassa per la visita paziente respinta da ginecologa
di Redazione

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La ginecologa di consultorio della Asl di Chieti si sarebbe rifiutata di visitare una paziente di 27 anni con questa motivazione: “troppo grassa per essere visitata”. La giovane, che ha chiamato subito il 112, aveva in programma una visita ginecologica ma la dottoressa presente avrebbe reagito in maniera stizzita, lamentandosi per la pancia della donna e sostenendo di non essere in grado di visitarla: pertanto la visita non è neanche cominciata e il medico ha prescritto alla giovane un'impegnativa per andare a eseguire un'ecografia presso un privato.

Umiliata dalla dottoressa

La paziente, uscita in lacrime dalla stanza a causa del trattamento ricevuto, ha deciso di chiamare subito i carabinieri che, intervenuti sul posto, hanno raccolto le versioni della donna e della dottoressa, medico specialista ambulatoriale convenzionato con la Asl. 'È stato terribile ricevere un trattamento del genere - spiega la ragazza su Il Messaggero d'Abruzzo che ha dato la notizia-. Mai mi sarei aspettata di essere umiliata in questo modo in una struttura pubblica. A ferirmi è stato soprattutto il tono utilizzato dalla dottoressa'.

La reazione della struttura pubblica

'Esprimiamo rammarico per quanto accaduto. Il personale interno della struttura si è messo subito a completa disposizione della ragazza, dandole sostegno psicologico e fissandole con celerità un nuovo appuntamento, in programma venerdì, con un'altra ginecologa -  precisano dal consultorio della Asl - In ogni caso sono in corso approfondimenti per verificare con precisione quanto accaduto'. E il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, invita 'Asl e le autorità competenti a svolgere gli opportuni accertamenti, al fine anche di tranquillizzare la paziente'. 'Fermo restando che, sul fatto specifico, dobbiamo comprendere ciò che è avvenuto - rileva Anelli - in ogni caso un paziente non può uscire in lacrime da un ambulatorio perché si è sentito in qualche modo maltrattato o rifiutato. Il medico deve farsi carico del paziente nella sua globalità, deve comprenderne e accoglierne il disagio e le difficoltà, deve prestare attenzione anche alla sua sensibilità e agli aspetti psicologici'.

27/07/2018
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