'I ragazzi dal portone principale, le ragazze dal secondario': a Bari a scuola si va così

'È il criterio più stupido per fare due gruppi nel rispetto della sicurezza', ha spiegato il dirigente scolastico. Ecco, appunto, il più stupido

di Cinzia Marongiu

Sicurezza. In nome della sicurezza, la nostra vita quotidiana è cambiata da diversi anni e, ad ogni attentato che implacabile si sussegue, cambia un po’ di più. Nel senso che è proprio in nome di questa parola che la nostra libertà nei movimenti, negli orari, perfino nel modo di vestirci o in ciò che decidiamo di portare con noi a una partita di calcio, a un concerto o durante un viaggio viene limitata, oltre ai continui controlli ai quali, più o meno docili, ci sottoponiamo. Ma che in nome della sicurezza si potesse arrivare a una sorta di apartheid sessista in una scuola media, sembra francamente un po’ eccessivo.

La notizia arriva da Bari e precisamente dalla scuola media Giosuè Carducci. Anche lì come in tutta Italia le lezioni sono ricominciate. Solo che lì “i ragazzi entrano dal portone principale e le ragazze da quello secondario”. Il tutto, appunto, in nome della “sicurezza”. A dichiararlo è il dirigente scolastico dell’istituto Salvatore Roccella intervistato da un quotidiano locale. 'Se fossero questi i problemi, ci metterei la firma. Sono qui da quattro anni ed era già così quando sono arrivato. Mi sono adeguato, ma lo trovo giusto', rivendica Roccella. Giusto? 'Per motivi di sicurezza le 27 classi (in tutto 653 alunni) non possono entrare tutte dallo stesso lato e fare le quattro rampe di scale. Fare entrare le ragazze da un portone e i ragazzi dall'altro è il criterio più stupido per fare due gruppi nel rispetto della sicurezza'.

Dice bene il dirigente, “il criterio più stupido”. Perché non si capisce come mai, per non creare confusione, i ragazzi non possano essere suddivisi per classi o magari per sezioni. Come di sicuro avviene in tanti altri istituti scolastici italiani. Il sospetto del sessismo non vuole nemmeno farsi largo in questa vicenda ma resta oltremodo difficile capire il perché di questa regola, diventata ormai consuetudine per il dirigente ma evidentemente non per i genitori di quegli alunni che protestano per questa separazione. Tanto più, che, a entrare dal portone secondario, spetta proprio alle ragazze. Vengono in mente quelle scuole del periodo fascista, dove già dalla scritta sulla facciata vigeva la separazione dei sessi. Dove maschi e femmine non dovevano incontrarsi mai. Quel che resta di una scuola di quel genere è ben visibile in una scuola vicino a dove vivo, nel centro di Roma. Maschi di qui e femmine di là. Come se la scuola non dovesse prima di tutto e più di tutti insegnare la pacifica convivenza e il necessario rispetto tra i sessi, oltre che tra le diverse provenienze sociali, geografiche e razziali.

Tiscali.it ha naturalmente contattato la scuola dove un impiegato ci ha confermato che è tutto vero, che gli ingressi sono separati per sesso e che c’è un articolo del regolamento scolastico che lo prevede. Non è stato invece possibile rivolgere al dirigente scolastico Salvatore Roccella altre domande perché assente. Riproveremo nei prossimi giorni, anche se per il 15 settembre proprio nell’istituto di Bari, ospitato fin dal 1974 da un edificio di interesse storico costruito ai primi del Novecento, è già annunciato uno sciopero del personale della scuola.

In attesa di ulteriori chiarimenti, non resta allora che leggere il motto dell’istituto scritto sull’home page del sito. Eccolo: “Il grande compito a cui la nostra epoca ci impegna è di trovare in che modo sia possibile armonizzare reciprocamente cultura e tecnologia, senza distruggere il grande patrimonio della tradizione occidentale e, d’altra parte, senza considerare la tecnologia come una forza ostile anziché un docile strumento nelle mani dell’uomo”. Insomma, al Carducci si vola alto. Si parla di tradizione occidentale e di tecnologia. E poi invece si scivola proprio sul portone d’ingresso.