#Quellavoltache “mi disse ‘spogliati, sarà il nostro segreto’”. Dopo Asia Argento parlano tutte
Dopo la denuncia dell’attrice, la scrittrice Giulia Blasi ha lanciato l'hashtag #quellavoltache, invitando tutte le donne molestate a parlare
È una valanga, un triste vaso di Pandora scoperchiato negli Usa dalle vittime di Harvey Weinstein e da Asia Argento in Italia. Un'ondata liberatoria che ha attraversato l’oceano per infrangersi sullo Stivale anche grazie all’iniziativa di Giulia Blasi che, rispondendo all’appello lanciato dall’attrice italiana dopo la sua denuncia - “le donne italiane mi hanno lasciata sola” - ha prima dichiarato che “dovremmo essere tutti dalla parte di Asia Argento”, e poi ha lanciato l’hashtag #quellavoltache, invitando le donne a raccontare gli abusi di cui sono state vittima.
Trand topic su Twitter
Una delle prime a raccogliere il suo invito è stata proprio Asia Argento: ''#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte mentre parlavamo del 'personaggio''. Dopo di lei in tante hanno trovato il coraggio e #quellavoltache è diventato uno dei principali trand topic su Twitter della giornata. Ma anche Facebook è un tripudio di ribellione da parte di donne che hanno deciso di vuotare il sacco. Perché ciò che sta succedendo è che finalmente si è creato il clima opportuno per le denunce. Finalmente la singola donna molestata non si sente più sola perché fa la sua dichiarazione insieme alle altre. È come se, tutte insieme, avessero aspettato il momento giusto: quello in cui nessuno le avrebbe più potute fermare con le classiche accuse che in questi casi si levano: 'eri consenziente, non ti sei ribellata, sei stata equivoca, denunci per avere visibilità, per il tuo sporco quarto d’ora da protagonista purché sia'. Quel rumore di fondo, che accusa la vittima, c’è ancora, come ha ben sperimentato Asia Argento sulla sua pelle, ma ormai quell’esercito di donne abusate non lo ferma più nessuno.
I tweet che straziano
È un esercito che grazie ai social sta gridando il suo tormento: passato o presente. Ecco quello di Raffaella: “#quellavoltache era la seconda molestia ma in famiglia non ero amata e per paura e vergogna non parlai. Lo faccio ora per la prima volta”.
Karin: “A 13 anni mi dissero 'questo dev'essere il nostro segreto' andai a dirlo a mamma, al preside e poi in tribunale. Fatelo tutte”.
Linda: “#quellavoltache un uomo per cui lavoravo ha chiuso la porta a chiave impedendomi di uscire se non lo baciavo. Ho urlato. Ho perso il lavoro”.
Kati: “Fu mia madre a darmi della puttana, a non credere, a dire 'zitta perché se no la gente pensa male'. Avevo 16 anni. Io sto con Asia. Grazie a tutte e tutti”.
Babs: “Dal ginecologo, prima volta senza mamma, mi fece spogliare nuda e mi 'visitò' come (capii in seguito) non fosse necessario”.
E c'è chi ha già parlato prima ma non è servito granché. Nadia: “#quellavoltache denunciai e mi dissero: «Signora è sicura? Lo sa che la denuncia è una cosa seria?» e in seguito non accadde nulla”.
Finalmente parlano gli uomini
E le vittime non sono solo donne. Massimo: “Sto piangendo e non riesco a smettere e mi sento impotente. La mia esperienza mi ha segnato troppo. Forse sono un debole”.
Ma gli uomini sono pure testimoni, come Francesco: “#quellavoltache un coglione in treno chiese a delle ragazzine perché con quel caldo non toglievano la maglietta e me lo sono mangiato”.
Ed ecco ancora la testimonianza dell'attrice Francesca de Martini: “#quellavoltache a 22 anni il direttore del dopoiaggio mi chiese di sedermi sulle sue ginocchia”.
Adesso basta
E poi c'è chi reagisce, come Nellina: “#quellavoltache diedi uno schiaffo pazzesco a un regista che mise la sua mano tra le mie gambe #sonosoddisfazioni”.
Ma c’è anche chi è stata minacciata, come Federica: “#quellavoltache lui dopo la violenza disse ‘Non ti crederà nessuno, è meglio che stai zitta e non racconti niente. Se parlerai ti rovinerò la vita’”.
E chi ha subito la doppia umiliazione di venire disprezzata pur essendo oggetto di attenzioni sessuali non corrisposte come l’insegnante Paola Barbagallo: “#quellavoltache il Rettore dell'Università mi disse: ‘vuole restare a lavorare qui? Venga a letto con me. Per quanto sia troppo magra. Noi maschi vogliamo toccare carne’'.
E' capitato a tutte almeno una volta nella vita
E allora, visto che ci siamo, ecco il mio #quellavoltache: avevo 29 anni, uno dei miei tanti lavori precari dopo la laurea. Il mio capo - almeno 20 anni in più di me - mi aveva manifestato in vari modi le sue intenzioni. Lo avevo sempre respinto in modo civile. Un giorno mi afferrò il viso e mi stampò uno schifoso bacio sulle labbra. Restai di sale, non lo dissi al mio fidanzato perché lo avrebbe picchiato. Non lo dissi a nessuno se non dopo molto tempo. Feci finta di niente, pure con me stessa per non sentirmi troppo umiliata.
Grazie Giulia, grazie Asia, grazie a tutte.