Parla la madre del piccolo Batman, scappato di casa a 2 anni: assillati dai giornalisti. 'Chi ha dato i nostri nomi?'
In un lungo post su Facebook, la madre del piccolo “fuggitivo” fa un’amara riflessione: “Dovrei sapere come funziona. Però viverlo sulla propria pelle fa sempre un po’ effetto. Soprattutto quando non hai prestato nessun consenso”
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Ogni genitore lo sa, puoi avere fatto tutto giusto per anni: chiuso il gas prima di partire, chiuso la porta di casa prima di andare a letto, sollevato la sponda della culla per non farlo cadere mentre dorme, valutato la temperatura dell’acqua prima di fargli il bagnetto. Puoi averlo fatto sempre, ma sarà quell’unica dimenticanza che potrà condannarti: il bambino potrebbe cadere dal letto, potresti bruciarlo o potrebbe aprire la porta malferma e uscire da solo nel cuore della notte. Proprio quello che è successo in un residence di Castel Gandolfo dove una normale famiglia italiana era in vacanza.
La fuga del piccolo Batman
Mentre i genitori dormivano, un bambino di appena due anni ha aperto la porta e ha percorso un tratto di strada anche insidioso finendo poi in un giardino a giocare con un cane. Un'avventura da super eroe tanto che quando i carabinieri lo hanno ritrovato ha esclamato: “Sono Batman”. A dare l'allarme il proprietario della villetta svegliato dai rumori in giardino. Uscito ha trovato il piccolo, in pigiama e senza scarpe, col suo cane. Ha così allertato i carabinieri ai quali il piccolo si è presentato come Batman, poi ha chiesto del cioccolato. Solo dopo ha condotto i carabinieri nel residence dove si trovavano i genitori. Una storia a lieto fine in un periodo in cui le notizie sono quasi tutte brutte, a chi verrebbe in mente di rimestarci dentro? A tanti, e siccome in tanti hanno bisogno di potere incolpare qualcuno di qualsivoglia negligenza, è partita la caccia ai genitori del piccolo fuggiasco.
Lo sfogo della madre
Quello che segue è il post che la madre del piccolo ha pubblicato su Facebook dopo essere stata subissata da richieste di interviste e ospitate televisive da parte di numerose testate giornalistiche:
“Mia madre al telefono: Giulia ma com’è possibile che questa storia sia sul giornale? E io: mamma certo quando si parla delle storie degli altri non te lo chiedi e adesso che è toccato a noi inorridisci?” Una riflessione molto realistica fatta da chi conosce l’ambiente giornalistico e le sue leggi, soprattutto quelle non scritte. E infatti segue un ragionamento scettico e disincantato: “Che dire, per me l’ennesima dimostrazione di quello che ormai anni fa ho capito. Dopo aver sognato di fare la giornalista la vita mi ha insegnato che non era un bel sogno. Eppure che Mediaset e Pomeriggio 5, la Rai e La Vita in diretta, Repubblica, Rai Tg Lazio, I Fatti Vostri - e l’elenco non finisce qui - abbiano avuto in meno di 24 ore il mio nome e il mio numero di telefono e mi abbiano tempestato di telefonate lasciando il mio telefono incandescente (come nemmeno quelli di Berlusconi ai tempi d’oro) mi lascia comunque basita. Sì è vero, dovrei sapere come funziona. Però viverlo sulla propria pelle fa sempre un po’ effetto. Soprattutto quando non hai prestato nessun consenso e ti sei bevuto la palla del carabiniere che ti dice ‘facciamo una foto per il nostro bollettino dei casi di risolti’. Ahahahaha mi sento una cogliona ad avergli creduto. D’altra parte mi hanno preso in pieno shock. A loro piace il gioco facile”.
“I veri giornalisti non esistono più”
Un atto d’accusa per i giornalisti quindi, qualcosa che dovrebbe fare riflettere un’intera categoria che spesso dimentica la deontologia professionale per qualche click e qualche like in più. “Tanti anni fa, quando appunto sentivo mio il sogno del reporter, un vecchio lupo di mare mi ha insegnato che il vero giornalista è quello che trova la sua notizia per strada. Ma soprattutto è una persona critica che può fare la differenza con le sue opinioni. I veri giornalisti non esistono più. E quelli che ci sono o che dicono di esserci qualcuno prima di me li ha definiti ‘puttane e sciacalli’. Oggi se hai il mio numero di telefono tra i contatti perché negli anni passati abbiamo collaborato improvvisamente ricordi benissimo il mio nome e il mio volto e, una volta fatta l’associazione, mi preghi in ginocchio di darti un’esclusiva. Ma sei la stessa persona a cui mesi fa ho girato il Cv e che non ricordava nemmeno chi fossi? Già, sei proprio tu”.
“Chi vi ha dato i miei contatti?”
Con Romina di Repubblica sì, c’ho parlato io, primo perché, non so come ci sia riuscita, ma l’ha trasformata in una chiacchierata tra amiche. Secondo perché dopo aver letto di noi senza che avessi dato a nessuno il permesso di parlare di noi, mi ha fatto sentire il bisogno di dire a qualcuno cose tipo:” guarda che erano 300 mt”, “una delle due porte non si chiudeva”… quel bisogno disperato che senti di doverti giustificare di fronte ad un mondo che sta leggendo di te e che immediatamente dopo si sentirà giustificato a commentare e a giudicare. A lei, la giornalista di Rep, ho chiesto quello che continuo a chiedermi da ieri ovvero ‘chi vi ha dato i miei contatti’? Quelle che si fanno chiamare le forze dell’ordine forse? D’altra parte gli unici ad avere il mio riferimento come persona ‘coinvolta nel fatto’”.
La colpa
“Ah, le stesse forze dell’ordine che quando mi hanno riportato mio figlio nel cuore della notte hanno passato ore a cercare la colpa di due genitori che l’unica colpa che avevano era di essere troppo stanchi. Perché quando sei genitore, chi lo è lo sa, smetti di dormire. Passi notti sveglio a controllare respiro, febbre, incubi. Ne passi altre ad immaginare il futuro dei tuoi figli, altre ancora a cercare di far quadrare i conti perché il futuro dei tuoi figli non sia così incerto come il tuo. Certe notti però - dice una canzone - certe notti crolli, perché ti spengono senza tu possa fare nulla per impedirlo, perché è il tuo corpo te lo chiede, perché devi recuperare il sonno mancato delle notti passate e quello che ancora ti mancherà”.
Poteva accadere a tanti, è successo a loro
“E' di questo che volete un’esclusiva? Del fatto che sono stata svegliata nel cuore della notte per un motivo per cui nessuno al mondo vorrebbe cadere dal letto, la porta era aperta ma la luce spenta, in casa mia c’erano 4 persone di cui io vedevo solo l’ombra, che dicevano di essere carabinieri. Mio figlio di due anni e mezzo - che avevo addormentato io stessa qualche ora prima - era in braccio ad uno di loro. Questo è quello che è successo. A leggerla sul giornale sembra la storia più assurda e divertente degli ultimi anni”.
Su tutto, l’orgoglio di madre
“Sonnambulo o no, mio figlio è un genio questo è sicuro. È innegabile una parte di me sia fiera di lui anche se non glielo dirò mai. È riuscito a rimanere vivo e a tornare a casa di notte, al buio e al freddo, in un posto nuovo. Scalzo ha camminato per 300 metri su una strada di asfalto e pietre. Ha scavalcato un cancello 50cm più alto di lui e ha accarezzato un cane che non conosceva. Ha detto a degli sconosciuti dove dovevano andare per riportalo da mamma e papà. Ha ricattato i carabinieri e ha ottenuto la cioccolata che voleva in cambio di informazioni. Ha riconosciuto una casa uguale a 20 altre case. Capisco che una così faccia parlare. Capisco che per certi versi mio figlio si merita un pezzo perché è davvero un piccolo supereroe. ‘Io c’avrei scritto un editoriale’ mi ha confessato il mio amico giornalista Pat. Quello che non capisco però è che nessuno si sia fermato un minuto ad empatizzare con le emozioni di due genitori che, con figli minori, pensavano ancora di potersi sentire sicuri, almeno di notte e che invece un giorno 'x' di un mese 'y' improvvisamente capiscono che non è così. E come lo capiscono? Con una doccia gelata nel cuore della notte quando le tue difese sono abbassate e ti senti in diritto di riposare le stanche ossa…Neanche il tempo di smettere di far tremare le gambe e già tre inviti a programmi in diretta tv e sorprese organizzate per il piccolo Batman”.
Pioggia di inviti in tv
“A tutti questi che continuano a chiamarmi vorrei ricordare che il mondo è pieno di guerre. Che al confine Italia Francia si respingono bambini che camminano di notte scalzi sulla neve. Bambini in fuga da quando sono nati. Che c'è molto, molto di più di cui parlare perché il mondo ne venga a conoscenza. Che questa è l'Italia e me ne rammarico”.
Batman e i carabinieri
“A mio figlio ho già detto che se continua così sarà davvero Batman e come Batman rimarrà orfano perché noi moriremo di crepacuore. Ai carabinieri vorrei ricordare come sono stati bravi a farmi notare che pur avendo accertato la nostra totale estraneità ai fatti e avendo toccato con mano la genialità di mio figlio, trattandosi di un minore erano comunque tenuti a fare una segnalazione alla procura della Repubblica. A poche ore dall'accaduto - chissà come però - eravamo sui giornali. Agli assistenti sociali che magari domani mi chiameranno vorrei dire di vivere un giorno della mia vita e poi riparlarne. A Dio se esiste, solo: ‘Ma che ho fatto de male’?'.
La firma è della “madre di Batman”, il suo nome è ormai noto ma noi qui non lo ripeteremo.