Niente aborto per una undicenne stuprata: costretta al cesareo a rischio della vita
'Voglio togliermi questa cosa che mi ha messo dentro il vecchio', aveva confidato la piccola a una psicologa. Invece ha partorito un figlio di 600 grammi che difficilmente sopravvivrà
Una bambina di undici anni, violentata mesi fa dal compagno 65enne di sua nonna a Tucuman, nel nord dell'Argentina, è stata sottoposta ad un parto cesareo al termine di una vera e propria battaglia legale con le autorità locali contrarie all'aborto. La piccola ha dato alla luce un neonato del peso di 600 grammi che è stato posto in una incubatrice in respirazione artificiale, e che secondo i sanitari ha pochissime speranze di sopravvivere.
Sulla pelle di una bambina
L'Argentina non ha una legislazione che regola l'interruzione della gravidanza, ma nel 2012 la Corte suprema ha stabilito con una sentenza che in caso di evidente situazione di stupro l'aborto può essere realizzato senza conseguenze penali per la madre e per il medico che lo ha procurato. Va detto che la provincia di Tucuman è una delle più arretrate del Paese e che gli organismi dipendenti dalla Provincia hanno cercato in tutti i modi di imporre in questa storia, pur in presenza di rischi evidenti nel portare avanti la gravidanza di una bambina in tenera età, una pratica dilatoria che permettesse di 'salvare le due vite'.
La testimonianza della psicologa
Ma Lucia, ha rivelato il quotidiano Pagina 12, aveva dichiarato senza mezzi termini ad una psicologa che ne esplorava i sentimenti: 'Voglio togliermi questa cosa che mi ha messo dentro il vecchio'. E inoltre sua madre aveva firmato il consenso per praticare l'interruzione della gravidanza, giunta però nel frattempo alla 23/a settimana. Alla fine, per l'intervento anche di movimenti di donne e di Amnesty International, il parto cesareo è stato praticato martedì nell'Ospedale Eva Perón, dove la bambina è ancora ricoverata e non corre pericolo di vita.
Abusate anche le sorelle
La vicenda si è sviluppata all'interno del dramma umano vissuto da Lucia che un tribunale aveva sottratto sei anni fa alla madre, dopo che il partner con cui viveva aveva abusato delle sue due figlie maggiori. Il giudice l'aveva all'epoca affidata alla nonna ed al suo compagno, credendo che questo la mettesse al riparo dal vivere ulteriori esperienze dolorose. Ma così non è stato perché nell'autunno scorso, trovatosi solo con lei nella casa di Tucuman, l'uomo non aveva esitato ad usarle ripetutamente violenza.