Melania Trump veste Dolce&Gabbana. Il web insorge: 'Tutti, ma non lei'
In tempi di odio social e di narcisismo patologico può bastare un semplice “Grazie” a scatenare l’ennesima, assurda, polemica. Specie se quel “grazie” è rivolto a Melania Trump, bellissima first lady con la “colpa” di aver sposato Donald Trump, il neo-eletto presidente degli Stati Uniti. A scrivere quel ringraziamento è stato Stefano Gabbana che con Domenico Dolce ha dato vita 37 anni fa a una casa di moda tra le più amate e famose del mondo, amata da tante star come Madonna, Demi Moore, Nicole Kidman, Susan Sarandon, Isabella Rossellini. Così quando Stefano Gabbana ha visto immortalato dai fotografi un tubino nero della loro collezione indosso all’ex modella slovena che così vestita ha festeggiato l’arrivo dell’anno nuovo, ha pensato bene di postare l’immagine di Melania e di scrivere “Melania Trump #DGWoman Thank you #madeinItaly “ con tanto di 5 cuoricini.
Apriti cielo. Da quel momento, il 2 gennaio, l’account Instagram dello stilista è stato letteralmente invaso di insulti ma anche di commenti positivi inneggianti all’orgoglio nazionale. Qual è la colpa di cui si sarebbero macchiati Dolce&Gabbana? Inutile girarci intorno. L’elezione di Trump ha spaccato in due gli Stati Uniti e sono in tantissimi, tra i democratici, a non sopportare l’idea di vedere l’imprenditore milionario che non ha mai fatto mistero delle sue idee omofobe e razziste, sullo scranno più potente del mondo. Così, non potendosi attaccare ad altro, visto che Trump è stato democraticamente eletto, si sfogano sulla di lui consorte, che per altro in queste prime settimane ha optato per un low-profile annunciando la sua permanenza a New York per stare vicino al figlio impegnato negli studi piuttosto che quella certamente più in vista nella Casa Bianca di Washington.
Bisogna fare un passo indietro e raccontare il malumore che da mesi serpeggia tra gli addetti ai lavori della moda: sono diversi, infatti, gli stilisti internazionali ad aver deciso di sabotare lo stile dell’ex modella. Ad esempio, Tom Ford, ex Gucci e Ives Saint Laurent, uno dei creativi più talentuosi d’America, in un’intervista a “The View” ha dichiarato di essersi già rifiutato in passato di lavorare con l’ex modella e di non avere nessuna intenzione di proporle le sue creazioni anche ora che sta per essere incoronata first lady. Ma la prima a voler boicottare Melania Trump era stata Sophie Theallet, stilista di origine francese che più volte è stata autrice dei look di Michelle Obama: con una lettera aperta aveva ribadito che non avrebbe mai vestito Melania e aveva invitato i colleghi a fare altrettanto.
Insomma, a 15 giorni dall’Inauguration Day, ovvero dal giorno in cui Donald Trump diventerà ufficialmente il 56° presidente statunitense sono in molti a chiedersi quale sarà lo stilista prescelto da Melania per l’occasione. E quel post di Stefano Gabbana è sembrato a tanti un indizio che potessero essere proprio i due stilisti italiani a essere i prescelti. Così in poche ore il post è stato sommerso da commenti: c’è stato chi ha decretato secco: “Tutti ma non lei” e chi ha argomentato: “Mi risulta che i princìpi del marito siano quasi del tutto incompatibili con i vostri'. E chi ancora ha scritto: “Stefano dovresti sapere che le nostre elezioni hanno diviso il paese. Molti gay, donne e altre minoranze temono la legislatura che spazzerà via le nostre libertà'. Naturalmente ci sono stati anche commenti entusiastici come questi: “È solo una donna che ha scelto un abito meraviglioso, come tutta la collezione D&G'. 'Sei un grandissimo uomo e un grandissimo stilista. Lascia perdere chi ti critica in modo meschino'.
La querelle va avanti da giorni, tanto è vero che è stata ripresa anche dalla stampa americana. Stefano Gabbana, intervistato sull’argomento, ha voluto chiarire un punto nodale: “È stata una sorpresa anche per me. Ho visto la foto su un sito inglese e mi sono detto: ma è un nostro abito! Perché sia chiaro: Melania quel tubino nero se lo è comprato da sola”.