Melania Trump, l'ascesa di una ex modella diventata first lady
Sempre rimasta accanto al marito Donald, nonostante le accuse di molestie sessuali e le gaffe misogine, ora entrerà alla Casa Bianca
Ora Melania sorride. Per l'ex modella è stata una campagna elettorale da dimenticare ma ora, a dispetto di pronostici e benpensanti, è lei la 45esima first lady. Da asso nella manica di Donald Trump - lei moglie elegante e bellissima - col tempo si è trasformata in fonte di imbarazzo per il miliardario che puntava alla Casa Bianca. Ma - sia chiaro - niente a che vedere con l'immenso imbarazzo che lui - soprannominato 'Groper in Chief' - ha procurato alla sua dolce metà: colpa dei troppi “locker room talk”, sboccate chiacchiere da spogliatoio rubate fuori onda. E colpa delle tante, tantissime accuse di abusi e molestie mosse al tycoon.
Sempre al fianco del marito
Melania, nonostante tutto, è restata sempre vicina al marito, anche se ha dovuto ammettere di essere rimasta offesa dai suoi 'inaccettabili' turpiloqui sessisti, come donna, come moglie e come madre. Ma proprio a pochi giorni dal voto il suo passato di origini slovene ha rischiato di colpire il candidato della “tolleranza zero” verso gli immigrati irregolari, in una sorta di legge del contrappasso. Perché stando alle carte tirate fuori dall'Associated Press Melania, prima di diventare cittadina Usa, lavorò nel Paese senza un regolare permesso. Insomma, da clandestina. E dire che la linea dura di Trump, oltre al famigerato muro, prevede anche una decisa stretta su tutti i visti di ingresso e i permessi di lavoro.
La figuraccia di Melania
In quell’occasione è stata la credibilità stessa di Melania a essere messa in discussione: una aspirante first lady non può dire il falso. E lei ha sempre giurato di non aver mai violato le leggi americane, tanto meno quelle sull' immigrazione. L'ultima volta solo pochi giorni fa a Filadelfia, durante il suo unico comizio durante la campagna elettorale. La grana sul mancato permesso di lavoro (per almeno 10 prestazioni come modella per un totale di 20 mila dollari, secondo l'Ap) si aggiunse alla magra figura fatta al suo debutto sul palco della convention repubblicana di Cleveland, a luglio, dove Trump tra malumori e mal di pancia è arrivato da protagonista assoluto, conquistando la nomination.
Il confronto con Michelle Obama
Per Melania doveva essere la consacrazione, il primo bagno di folla da cui emergere come nuova musa di un'America che vuole diventare di nuovo grande, come recita lo slogan del marito. Invece tutto andò storto. Scivolò proprio sulla buccia più insidiosa: Michelle Obama. Difficile confrontarsi con una delle first lady più amate e popolari di sempre. Ma nella smania di voler apparire empatica, sciolta e impegnata come Michelle, Melania finì per leggere un testo copiato pari pari in alcuni passaggi dall'intervento della first lady alla convention democratica del 2008. Lo speechwriter ammise, si scusò e si dimise. Non proprio una gran bella figura. Con l'ironia sulla bella moglie di Trump che si scatenò sui social. In confronto la diffusione delle sue foto in costume adamitico fatte 20 anni fa furono una bazzecola.
First lady poliglotta
Ma oggi è un altro giorno, è il giorno della vittoria di suo marito e del suo ingresso, simbolico (quello reale avverrà a gennaio), alla Casa Bianca. Niente male per una giovane cresciuta nella Jugoslavia comunista. Melania è infatti nata a Sevnica (Slovenia) il 26 aprile 1970 e parla cinque lingue: sloveno, inglese, francese, serbo e tedesco. Abilità linguistiche che potrebbe rivelarsi utili alla Casa Bianca, peccato però per il suo accento marcato, cosa che l'ha tenuta lontana dai discorsi pubblici, fino ad ora. Vedremo come sarà il futuro e se reggerà il confronto con chi l'ha preceduta.