Meghan Markle perseguitata da anni, la testimonianza schiacciante dell’investigatore privato
Il detective Daniel Hanks è stato assoldato dai tabloid britannici fin dall’inizio relazione con Harry per scoprire qualcosa di compromettente sull’attrice
Nuova bufera sul Sun e nuovo round giudiziario a favore dei duchi di Sussex nella loro battaglia contro le intrusioni e i metodi poco ortodossi della stampa popolare britannica. Il tabloid di Rupert Murdoch è tornato sotto tiro dopo che un noto quanto controverso investigatore privato Usa ha raccontato d'essere stato arruolato dal più venduto quotidiano del Regno Unito per raccogliere notizie private in chiave tendenzialmente ostile sul conto di Meghan Markle fin dall'inizio della relazione dell'ex attrice di madre afroamericana con il principe Harry.
Materiale illegale
In un'intervista alla Bbc, il detective Daniel Hanks, finito in carcere più volte in patria in passato con accuse di estorsione prima di ritirarsi dall'attività, ha confessato di essere venuto in possesso - anche in maniera 'illegale' - di numerose informazioni personali sulla futura duchessa di Sussex, dal suo numero di cellulare a quello di previdenza sociale, dall'indirizzo di casa fino a dettagliati rapporti sul suo ex marito, un ex fidanzato e vari membri della famiglia Markle: comportamento per il quale si è detto pentito.
La conferma dell’accordo
Il conglomerato mediatico di Murdoch, News Corp, ha da parte sua confermato d'aver fatto ricorso ai servizi di Hanks, giurando di avergli fatto firmare tuttavia un impegno ad agire nel rispetto della legge. Ma Hanks ha raccontato che in realtà, al momento della consegna del materiale commissionato, nessuno gli ha fatto domande su come se lo fosse procurato visto che il tabloid 'cercava solo sensazionalismo' e scandali. Commentando la notizia tramite un portavoce, Meghan e Harry - trasferitisi in California dopo il clamoroso abbandono del Regno e dello status di membri senior della Royal Family e protagonisti d'una traumatica rottura con i Windsor - hanno fatto sapere di ritenere la vicenda un'occasione in più per stimolare 'un momento di riflessione da parte dell'intera industria dei media'.