L'Iran non si ferma nemmeno davanti alle bambine: stuprata a morte per essersi tolta il velo a scuola

L'escalation di orrore non sembra arrestarsi. Tre mesi di protesta, di violenza, di mancanza totale di diritto e soprattutto di morte. Dalla morte di Masha Amini l’Iran sta attraversando un’ondata di sangue senza pari, alla quale però risponde una resistenza altrettanto feroce

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L'escalation di orrore non sembra arrestarsi. Tre mesi di protesta, di violenza, di mancanza totale di diritto e soprattutto di morte. Dalla morte di Masha Amini l'Iran sta attraversando un'ondata di sangue senza pari, alla quale però risponde una resistenza altrettanto feroce. Stanche e umiliate da una regime inumano, le donne e gli uomini al loro fianco non indietreggiano di una passo e continuano il loro disperato tentativo di ribellione. 

Davanti a questa resistenza gli uomini della sicurezza della Repubblica Islamica peggiorano, perdono ogni traccia di umanità, ormai irrimediabilmente mutati in mostri fino al dna. 

L'ultima tragica storia ce la racconta il Center for Human Rights in Iran, dalle pagine del New York Times. 

Mashoomeh ha 14 anni, va a scuola a Teheran. Viene da un quartiere povero della capitale iraniana e sa perfettamente da che parte stare. Così, a scuola, in segno di protesta, si toglie l'hijab, il velo islamico diventato obbligatorio. 

Ma l'occhio vigile del governo è ovunque, anche nelle scuole. Una telecamera riprende la scena e Mashoomeh viene fatta sparire. Dopo tre giorni muore in ospedale per le lacerazioni vaginali profondissime che le sono state causate durante la detenzione. Perché lo stato islamico controlla a vista studenti e studentesse dentro le loro aule, ma tende a chiudere occhi e tapparsi le orecchie dentro le caserme.

Gli uomini di Dio vedono il peccato in un capo scoperto e possono stuprare a morte una bambina nel nome della loro fede.

Alla violenza senza precedenti riservata a Mashoomeh si unisce la paura per le sorti della madre, sparita da Teheran non appena ha minacciato di diffondere le notizie sulle sorti della figlia. 

Il caso di Mashoomeh è solo l'ultimo, quotidianamente arrivano racconti di casi come quello di Nika Shakarami (17 anni) ritrovata morta con cranio, gambe, braccia, bacino e anche fratturate per essere stata vista bruciare il velo islamico, ma anche le storie di Fateme Safari Rad (16 anni), Ghazal Safari Rad e Sara Safari Rad e Zahra Attai (20 anni).

Secondo le stime delle ONG sarebbero almeno 580 i manifestanti uccisi in questi mesi di rivolta, di cui almeno 28 uccisi sotto tortura nel tentativo di ottenere confessioni.

In centinaia sono stati arrestati e si trovano ora in stato di fermo e, dopo l'esecuzione di  Mohsen Shekari (il primo attivista politico giustiziato ufficialmente dopo la condanna a morte per le proteste a cui ha preso parte), la loro sorte sembrerebbe drammaticamente già ascritta.

22/12/2022
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