Un solo medico per gli aborti in tutto il Molise: l'assurda storia di Michele Mariano

In Molise il 93.3% dei ginecologi è obiettore. In sette anni Mariano ha fatto circa 2800 interruzioni di gravidanza con pochissimi giorni di ferie

di Redazione

Stando ai dati del ministero della Salute, in Molise il 93.3% dei ginecologi è obiettore e in questo contesto l’unico che effettua interruzioni di gravidanza è il dottor Michele Mariano che, al Cardarelli di Campobasso, dirige da 5 anni il centro di procreazione responsabile. Qui si effettuano circa 400 interruzioni volontarie di gravidanza ogni anno e il centro è così organizzato che arrivano anche da fuori regione, così come alcune molisane preferiscono andare fuori Molise per abortire, terrorizzate dall’idea di essere riconosciute.

Un centro attento alla privacy

Ma 'la mia unità - racconta il ginecologo su Libero - è attentissima alla privacy delle pazienti. La donna che entra è sicura di non incontrare altre pazienti. Quando invece gli aborti venivano fatti nello stesso reparto di ginecologia, c’erano donne che piangevano di gioia accanto a quelle disperate per la loro scelta. Perché c’è sempre dolore dietro ogni aborto”.

I non obiettori non fanno carriera

Per questo progetto Mariano ha sacrificato carriera e tempo libero, perché “la verità è che i non obiettori non fanno carriera, per questo sono così pochi”. Sette anni fa Mariano, che ha 65 anni, era primario facente funzioni del reparto Ostetricia e Ginecologia sempre del Cardarelli. “Poi - come racconta ancora a Libero - la regione ha firmato una convenzione con l’Università Cattolica ed è arrivato un altro primario. A quel punto ho deciso di occuparmi solo di 194”. E meno male visto che è l’unico di tutta la regione.

Una scelta sempre difficile per le donne

“Non perché mi diverta, ma perché io applico la legge. E la legge dice che le donne sono libere di scegliere entro i primo 90 giorni di gestazione se mettere al mondo un figlio o no. Non è una decisione che spetta a me”, spiega ancora in un’intervista concessa a Primonumero.it. “L’aborto non è mai facile, è sempre doloroso dal punto di vista psicologico. Ma, ripeto, è una possibilità prevista dalla norma. E io sono un medico, non un confessore. Chi lo vive come un peccato è per remore religiose – precisa il dottor Mariano – non certo perché sia vietato oppure perché le donne che scelgono di farlo commettano illeciti”.

La riflessione prima della decisione

In ogni caso Mariano è ateo e poco gli importa delle implicazioni fideistiche o della recente decisione papale in proposito del perdono dal “peccato di aborto”. “Il Papa e i preti possono dire quello che vogliono – afferma ancora dalle pagine di Libero - . Certo, sono io il primo a non volere che una donna abortisca. Ho salvato più vite io che tanti preti”. Perché la prima cosa che fa Mariano quando una donna gli chiede un’interruzione della gravidanza è domandarle perché voglia farlo e se ha proprio escluso ogni altra possibilità. “Non faccio l’interrogatorio, non la faccio sentire in colpa. Cerco di aiutarla ma, alla fine, l’arbitro è solo lei”.

Le critiche dei colleghi

In sette anni Mariano ha fatto circa 2800 interruzioni con pochissimi giorni di riposo e ferie, “mai più di due di seguito e sempre guardando al calendario degli appuntamenti”. Eppure sa di fare un lavoro che “non dà soddisfazioni” e procura critiche da parte dei colleghi: “So che sparlano ma io vado avanti a testa alta. Non sono ipocrita”. Messa così sembrerebbe quasi una missione: quella dell’unico medico che rispetta la volontà delle molisane di non avere dei figli. L’unico uomo cui fare riferimento perché pure i compagni, che siano mariti, amanti o fidanzati, spesso sono fonte di difficoltà: “Per me sono un danno. Con loro ci parlo il meno possibile perché non aiutano. Accompagnano le donne solo per il loro interesse, complicano la vita. Faccio entrare in studio solo le signore”.

Il rispetto per i motivi delle donne

E proprio la mancanza di un compagno è a volte causa della decisione di abortire. Ma molte lo fanno semplicemente “perché sono povere, molto giovani, spesso minorenni. Perché hanno subito violenze o perché il feto è malformato”. C’è solo una categoria di donne con le quale Mariano si arrabbia: “Con quelle che hanno diversi aborti alle spalle e tornano da me perché non hanno usato le precauzioni di cui parlo sempre”. Per le altre è sempre un dramma e “se una donna, per mille motivi, non vuole un bambino, devo poter anche interrompere quella gravidanza se una legge dello Stato lo prevede”.