Liliana Segre reagisce all’odio, in 24 denunciati. Fra questi pure Chef Rubio che replica così alla querela

La senatrice a vita vuole fermare l'odio nei suoi confronti sulla rete ma lo chef, alias Gabriele Rubini, commenta la querela con una serie di tweet

di Redazione

A 92 anni Liliana Segre vorrebbe soltanto vivere in pace e invece le tocca continuare ad essere un simbolo. Della Shoa prima, della campagna per le vaccinazioni poi e infine un argine all’odio che si manifesta nei suoi confronti sui social network per le motivazioni più disparate: da quelle antisemite a quelle antivacciniste. Ma stavolta la senatrice a vita ha deciso di reagire all’odio con le denunce anziché con un dignitoso silenzio.

Le denunce

Le continue provocazioni e insulti che hanno acceso sui social un dibattito in cui Liliana Segre è stata anche minacciata di morte l’hanno portata a sporgere denuncia nei confronti di Chef Rubio e di altre persone del variegato pubblico antisemita che frequenta il suo “salotto virtuale”. Commenti che non sono cessati neanche dopo la notizia della sua denuncia. Sono di questa mattina infatti i tweet in cui Chef Rubio, alias Gabriele Rubini, cuoco, presentatore di Unti e Bisunti ed ex giocatore di rugby, replica alla senatrice dopo la scoperta di essere tra le 24 persone da lei denunciate martedì scorso e nei confronti delle quali i pm milanesi assieme ai carabinieri indagheranno.

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La replica di Chef Rubio

Oltre a parlare di 'silenzi assordanti', Chef Rubio, che da tempo critica in modo pesante Liliana Segre, non solo ha affermato di non averla mai minacciata bensì invitata a 'condannare i crimini di Israele', ma ha aggiunto: chiedere 'di denunciare i crimini della colonia di insediamento israeliana e dell'esercito nazista che da 74 anni porta avanti la pulizia etnica del popolo nativo palestinese (semita) sarebbe incitare all'odio? I silenzi di parte sono odio, non chi resiste'. Da qui l'ennesimo dibattito tra chi bazzica il suo profilo con le ennesime offese indirizzate sia al cuoco stesso sia alla senatrice sopravvissuta alla Shoah. Un 'odio sparso in rete', si legge in un tweet, da cui è scaturita la denuncia di cui si è saputo solo ieri sera alla prima della Scala e che riguarda Rubini, l'unico identificato e noto, insieme a 23 persone, tra suoi follower e altri che esulano dal dibattito da lui sollevato ma fanno parte del mondo dei no vax e no green pass e che dovranno essere identificati: negli ultimi mesi, anche via email, hanno inviato messaggi di 'odio di natura diffamatoria, spesso di carattere antisemita e contenenti auguri di morte'.

La meledizione firmata

L'intenzione di mettere fine a questa campagna fatta di livore e rancore lo aveva annunciato la senatrice a vita un mese fa durante un convegno a Palazzo Marino, ossia il primo Forum Nazionale delle Donne Ebree d'Italia organizzato dall'Adei-Wizo. 'La vita mi ha insegnato a essere libera e senza paura - aveva affermato -, nonostante io sia la più vecchia d'Europa obbligata alla scorta per tutti gli insulti e gli improperi e le minacce di morte che mi vengono fatte anche perché sono vaccinata, e non sono una no vax'. 'Non più tardi di ieri - aveva raccontato ancora - mi è arrivata una maledizione così forte firmata, per cui una volta tanto farò causa a questa persona. Per tanto tempo sono stata in silenzio su queste persone che mi insultano, ma adesso lo denuncio. Poi è anche cattivo augurarmi la morte a 92 anni'.

Dalle parole ai fatti

Così ha fatto nei giorni scorsi. Tramite il suo avvocato, Vincenzo Saponara, due giorni fa ha presentato una formale denuncia alla Sezione Indagini Telematiche del Reparto Operativo - Nucleo Investigativo dell'Arma. La Procura di Milano, in passato, aveva già aperto una inchiesta ed effettuato perquisizioni per gli insulti e i commenti intrisi di sentimenti antisemiti e odio razziale apparsi sui social sotto la sua foto mentre si sottoponeva alla vaccinazione anti Covid all'ospedale Fatebenefratelli 18 febbraio 2021, nel primo giorno della campagna lombarda dedicata agli over 80.

Console d'Israele, i tatuaggi di Chef Rubio non sono quelli dei lager

'Chef Rubio dimentica che a differenza dei suoi tatuaggi, quello portato sul braccio dalla senatrice Segre è un numero perché a coloro che andavano nei campi di sterminio come massimo livello di odio levavano anche il nome, non lo cambiavano in un nome d'arte come quello di Gabriele Rubini in chef Rubio. Dispiace che molti giovani non sappiamo la storia ma seguano un personaggio che incita all'odio sociale come questo chef'. Lo afferma il console onorario di Israele Marco Carrai in una nota dove 'esprime la solidarietà alla senatrice Liliana Segre per gli attacchi subiti da Gabriele Rubini in arte Chef Rubio personaggio televisivo che nel suo profilo twitter scrive 'Sionismo = mafia, genocidio, pulizia etnica, occupazione, colonialismo, apartheid, razzismo, fascismo, suprematismo''. 'Lo Chef Rubio - prosegue Carrai, che è console di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia - dovrebbe almeno conoscere la storia prima di accostare il sionismo al regime fascista. O forse non avendo tempo perché impegnato a cucinare basterebbe che aprisse Google dove alla prima notizia appare: sionismo= sionismo Movimento politico e ideologia volti alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina (da Sion, nome della collina di Gerusalemme)'. 'Sviluppatosi alla fine del 19/o secolo, in seguito all'inasprirsi dell'antisemitismo in Europa orientale - ricorda Carrai a Chef Rubio - il sionismo fu, ed è, il cercare una difesa dalle millenarie persecuzioni del popolo ebraico che hanno trovato il suo culmine nel Nazismo al quale Chef Rubio accosta il popolo ebraico e Israele'.