Chi è Laura Mattarella, figlia del presidente: anche per lei è il secondo mandato

La moglie del Capo dello Stato, Marisa Chiazzese, è morta nel 2012 a causa di un tumore e dal 2015, è la figlia a fare le veci della “first lady”

di Redazione

La rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica non ha sovvertito solo i suoi piani per il futuro. Anche la figlia Laura era pronta a tornare alla sua solita vita e invece si trova a dovere affrontare un “secondo mandato”. La moglie del Capo dello Stato, Marisa Chiazzese, è morta nel 2012 a causa di un tumore e dal 3 febbraio 2015, data della prima elezione a presidente di Mattarella, Laura ha fatto le veci della consorte al Quirinale accompagnando il padre nelle grandi occasioni pubbliche, nei viaggi all’estero e nei ricevimenti al Quirinale.

Il protocollo presidenziale

Nata nel 1967 a Palermo, avvocato amministrativista, ha sospeso il suo lavoro all’inizio del primo settennato per seguire il padre: il protocollo che vige tra i Capo di Stato prevede infatti che se un presidente è accompagnato dalla moglie, chi lo riceve deve essere a sua volta accompagnato e nel caso di Matterella, Laura è sempre stata pronta come avevano fatto, prima di lei, Ernestina Saragat Santacatterina e Marianna Scalfaro.

La sua vita

Molto somigliante alla madre ma con gli stessi occhi azzurri del padre, Laura è sposata con Cosimo Comella, dirigente del Dipartimento tecnologie digitali e sicurezza informatica del Garante della Privacy. I due hanno tre figli: Manfredi, Maria Chiara e Costanza, tutti adolescenti. Formazione cattolica e portamento sobrio, chi la conosce la descrive come una donna dal carattere deciso e una buona consigliera del padre.

Il rapporto con il padre

Rarissime le sue interviste. “Tutti dovrebbero visitare un campo profughi, prima o poi. Soprattutto chi dice che bisogna lasciarli là dove stanno”, disse in un’intervista a Chi nel marzo 2016 dopo aver visitato in un viaggio presidenziale in Camerun il centro di rieducazione Promhandicam, fondato nella capitale Yaoundé dal missionario trentino padre Sergio Ianeselli. “Mi piace stare con mio padre, spero di essergli utile”, ha detto del sodalizio con il padre. “Prima di essere eletto presidente cenava a casa nostra tutte le sere” e “resta un nonno affettuosissimo”.