Camila Raznovich e il tetto Rai di 240 mila euro: 'Il valore di un artista è deciso dal mercato. Così la Rai perderà i più bravi'
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“Purtroppo non mi tocca personalmente perché sono ben lontana dal tetto dei 240 mila euro annuali. Detto questo, penso che in una società di libero mercato sia impensabile mettere un tetto a ciò che viene definito artistico”. Anche se non viene pagata come tanti suoi famosi colleghi, Camila Raznovich, conduttrice per la Rai3 di Daria Bignardi di “Alle falde del Kilimangiaro”, non ha nessuna remora a schierarsi accanto ai vari Carlo Conti, Antonella Clerici, Bruno Vespa, Fabio Fazio colpiti dalla mannaia della delibera Rai che entrerà in vigore dal 1° aprile. “Credo che il valore di un artista venga deciso dal mercato come il valore di un calciatore. Credo che un artista che fa guadagnare 6 milioni di euro a un’azienda abbia il diritto di chiedere ciò che crede essere equo per il suo introito. Credo che mettere questo tetto sia un abbassamento del livello di qualità. E risponderei a chi dice che la qualità costa troppo dicendo: “Non hai idea di quanto costa la mediocrità, l’improvvisazione e la non competenza”. Tutto ciò avrà un costo ben più alto di quanto costino quei professionisti che portano a un’azienda come la Rai dei guadagni che un principiante o un mediocre non porterà mai. Non credo infine che risparmiare sul talento sia la strada più corretta per essere competitivi in un libero mercato. Vengo da un passato di tv e radio private e di una battaglia ad armi pari. Ora è evidente che con questa decisione ci sarà una battaglia impari. Nel momento in cui un’azienda tv privata può offrire a un artista milioni di euro a fronte dei 240 mila euro della Rai è evidente che non c’è più battaglia'.
Mi auguro che la Rai non perda Carlo Conti, Antonella Clerici, Vespa, Fabio Fazio, gente che l'ha resa grande e che le ha fatto guadagnare tanti soldi - 'I conduttori più bravi che ci sono in Italia guadagnano cifre proporzionate a ciò che fanno guadagnare all’azienda per cui lavorano. Il tetto dei 240 mila euro va bene per i dipendenti non per gli artisti che tra l’altro hanno un contratto a termine e lavorano a partita Iva', continua Camila Raznovich. 'Si tratta di un appiattimento dell’eterogeneità che sarà un grandissimo limite per la Rai. Mi auguro solo che la Rai non perda gente come Carlo Conti, Antonella Clerici, Fabio Fazio, Bruno Vespa che l’hanno fatta grande e che hanno portato tanti guadagni all’azienda. Basta pensare a Sanremo, allo share pazzesco che ha ottenuto e ai contratti con gli sponsor e tutte le polemiche strumentali e qualunquiste sul cachet di Carlo Conti vengono azzerate”. Nell'intervista concessa a Tiscali.it Camila parla anche della sfida (vinta) della conduzione di un programma storico come “Alla Falde del Kilimangiaro”: “Faccio 4 ore di diretta parlando non soltanto di viaggi ma di culture diverse dalla nostra, di storie che meritano di essere conosciute, di società che si evolgono. E gli ascolti ci stanno dando ragione. Per una volta sono superiori a quelli che mi erano stati richiesti”.