Gad Lerner e Silvia Truzzi: "Che cosa voleva Gramsci per le donne"
Ne “Il sogno di Gramsci” due giornalisti, Gad Lerner e Silvia Truzzi, portano sul palco le parole e le idee del grande intellettuale e uomo politico, tra i fondatori e poi leader del Partito Comunista d'Italia
Visionario, brillante, velocissimo in un mondo lentissimo, femminista e incredibilmente moderno, Antonio Gramsci non si finisce mai di conoscerlo. “'Il sogno di Gramsci'” parte dalle intuizioni e dalle riflessioni di uno studente delle superiori, destinato a diventare un punto di riferimento per le generazioni future, non solo per la profondità e lucidità delle sue convinzioni ma anche per il suo senso di umanità e comprensione verso i propri simili, unito al rigore etico e morale, per il suo coraggio e la sua coerenza, insieme alla capacità di immaginare e teorizzare un futuro migliore"
Lo raccontano bene in questa video intervista Gad Lerner e Silvia Truzzi. E' Lerner a rivelarci come è nato questo progetto bellissimo: "Nella primavera del 2022 sono entrato in possesso di tre temi del liceale Antonio Gramsci, fino ad allora inediti. Ciò che salta immediatamente all’occhio negli scritti liceali è come già s’intravedano nitidamente i grandi filoni del pensiero gramsciano, studiati ancora oggi in tutto il mondo e di straordinaria attualità. Ma l'idea di metterli in scena è di Silvia".
Racconta Truzzi: "Il suo curriculum scolastico era stato accidentato e discontinuo fin dalle elementari nonostante l’ottimo rendimento, a causa dell’arresto del padre che aveva precipitato la famiglia in una situazione di povertà estrema. Da questa esperienza di privazioni, unita a un’insaziabile e precocissima sete di conoscenza, matura l’idea della cultura come strumento di emancipazione degli ultimi; un’idea di cultura lontana dall’intellettualismo, capace di creare negli individui la coscienza di classe".
Ed è così che i due giornalisti prendendo spunto da questi preziosi documenti giovanili, creano sul palco una vera magia.
Lo spettacolo
Lo spettacolo è diviso in tre parti come tre sono i temi ritrovati. Si ripercorrono i primi anni della vita del filosofo e politico sardo. Lo spettacolo alterna testimonianze che rievocano la perigliosa vita del giovane Gramsci, ad analisi del suo pensiero, in grado di farci riflettere e di sorprenderci.
Una narrazione a due voci che attraverso le parole e le immagini, fotografa l'iconica figura di un giovane intellettuale accostata alla foto segnaletica del detenuto politico e permette di affrontare alcuni degli argomenti che stavano a cuore al ragazzo nato e cresciuto in Sardegna, dotato di una precoce e vivace intelligenza e avrebbero avuto uno spazio significativo nella sua visione del mondo.
L'originalità di questo lavoro teatrale
Gramsci è l'intellettuale italiano più letto e conosciuto al mondo. Eppure questo spettacolo non cade nella banalità perché ci offre appunto un inedito ritratto del ragazzo, un giovane ardimentoso e sensibile alle istanze dei poveri e diseredati, che aveva sperimentato di persona le difficoltà delle classi meno agiate e conosciuto direttamente la miseria dei ceti più umili, ma anche fermamente persuaso dell'importanza dell'istruzione per un'armoniosa evoluzione della città.
L'infanzia
Figlio della piccolissima borghesia della provincia più periferica del Regno, era figlio di Francesco, responsabile dell'Ufficio del Registro di Sorgono, prima della triste disavventura giudiziaria e la madre Giuseppina Marcias.
Il suo rapporto con le donne
Sarà la straordinaria figura della madre, donna coraggiosa e determinata, amante delle lettere, a dispetto della modesta istruzione, a fornirgli molta ispirazione nel trattare anche la questione femminile (per approfondire leggete qui). Lei che aveva saputo reagire alle difficoltà, dopo la condanna del marito, con dignità e fermezza, inventandosi un lavoro come cucitrice, mentre i figli contribuivano a loro volta al bilancio familiare. "Sarà grazie a lui se il Partito Comunista darà spazio all'intelletto delle compagne, le stesso con cui lui parlava di politica in cucina lavando i piatti con loro", come bene ricorda Truzzi.
Ne “Il sogno di Gramsci” c'è l'esortazione che appare ancora oggi di straordinaria modernità, nell'affermare il ruolo chiave della cultura per la costruzione di un mondo migliore e di una società più giusta: unico antidoto contro le tenebre dell'ignoranza e il prevalere di una cultura dominante imposta dalle élites, resta la conoscenza, frutto di studio e applicazione, fatica e impegno, condizione necessaria se non sufficiente per garantire l'attuazione della democrazia e una autentica condizione di libertà. Gramsci non accetta né la subalternità tradizionale patriarcale della donna di stampo religioso, né quella della sua attualità, dagli Stati Uniti fino all'Unione sovietica poi.
Ricordiamo il prossimo appuntamento
Viaggio nella cultura del Novecento tra idee rivoluzionarie e coscienza sociale con “Il sogno di Gramsci / I temi liceali di un giovane ribelle”, uno spettacolo di e con Gad Lerner e Silvia Truzzi in cartellone in prima regionale giovedì 9 novembre alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari per “Pezzi Unici” / Rassegna Trasversa sotto le insegne del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.