Hillary Clinton e il sessismo d'America in un film. L'ultima polemica con Donald Trump
“Hillary”. Con una come lei basta soltanto il nome. D’altra parte poche donne più di lei hanno segnato la vita degli Stati Uniti d’America. Si intitola così il documentario dedicato a Hillary Clinton e presentato al Festival di Berlino, dove l’ex first lady d’America ma anche colei che stava per espugnare la Casa Bianca nel 2016, è intervenuta insieme con la regista Nanette Burstein.
Il sessismo vince ancora anche negli Usa
Si tratta di un film che andrà in onda a marzo sulla piattaforma Hulu e che ripercorre le tappe più importanti di un’esistenza vissuta in prima linea in politica, accanto al marito Bill Clinton prima e come senatrice del partito Democratico poi, ma che racconta anche la Hillary privata, la donna, la madre, la moglie. Ma non c’è dubbio che la parte più interessante sia quella dedicata dalla regista a spiegare grazie anche a 35 ore di 'girato' con Hillary il perché negli Stati Uniti non ci sia ancora stato un presidente donna, un segno del fatto che il sessismo è ancora forte quando si è di fronte a donne come lei. 'Ciò che la regista Nanette Burstein fa davvero bene”, ha detto Hillary in un’intervista, “è inserire la mia storia nell'arco più ampio della vita delle donne, della storia delle donne, del movimento delle donne e anche del sistema politico. Mi sembra che parte del motivo per cui la mia figura è diventata opaca sia stato il fatto di essere stata messa sotto i riflettori del pubblico come un diverso tipo di first lady. E questo ha dato troppo fastidio'.
Hillary, la figlia Chelsea e le donne grintose
In particolare si esamina la sconfitta alle presidenziali 2016, quelle che hanno consegnato l’America a Trump dopo aver travolto la Clinton nello scandalo delle email: a emergere chiaramente è che Hillary si è trovata circondata da un patto di populismo forse anche di segno maschilista quando è stata attaccata da Trump da destra e da Sanders da sinistra.
Il caso Lewinsky
Polemica a distanza con Trump
Hillary ha anche commentato la condanna per stupro e violenza sessuale inflitta a Harvey Weinstein: 'La sentenza parla chiaro. Era ormai il tempo per una resa dei conti, cosa che la giuria ha avvertito chiaramente'. Ma la condanna è dell'ex orco di Hollywood è stata anche l'occasione per l'ennesima polemica a distanza con Donald Trump che evidentemente teme ancora l'avversaria. Il presidente Usa infatti ha detto: 'La condanna di Harvey Weinstein è una grande vittoria per le donne, un messaggio molto forte'.Aggiungendo velenosamente: 'È una persona che non mi è mai piaciuta. Non sono mai stato un suo fan, lo conoscevo molto poco, le persone a cui piaceva sono democratici. Michelle Obama lo amava, Hillary Clinton lo amava, e lui ha dato molti soldi ai democratici'.
Tornado a 'Hillary', bisogna evidenziare che tutto il documentario è costruito con flashback. Si va dall'enorme dispiegamento di forze della fallita campagna presidenziale fino all'infanzia di Hillary, prima al Wellesley College e poi alla Yale Law School (dove ha incontrato Bill). Si passa poi al periodo in cui la Clinton è moglie del presidente con tutti i problemi annessi come il caso Whitewater e lo scandalo Monica Lewinsky. E ancora la Hillary di oggi, quella che ha pubblicato un libro sulla sconfitta alle presidenziali e che ha scritto un altro libro con la figlia Chelsea. L’argomento, manco a dirlo, è le donne grintose.