È ufficiale: Harry e William insieme per l’inaugurazione della statua di Diana. E Carlo fa i conti in tasca al figlio ribelle
I due principi saranno insieme ad altri familiari il primo di luglio a Londra ma non si spegne la polemica sui finanziamenti ai duchi di Sussex
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Il primo faccia fra i principi William e Harry, dopo le polemiche seguite allo strappo del fratello minore assieme alla moglie, è confermato per il primo di luglio a Londra. I duchi di Cambridge e di Sussex parteciperanno infatti entrambi - come si attendeva - all'inaugurazione della statua dedicata alla loro defunta madre, Diana, in programma giovedì 1 nel giardino di Kensington Palace, residenza ufficiale di William.
Nel segno di Diana
Si tratterà di 'un breve evento' pubblico, secondo quanto ufficializzato oggi in una nota diffusa proprio da Kensington Palace, messo in calendario nel giorno in cui Lady D avrebbe compiuto 60 anni. Evento a cui, oltre ai due 'fratelli-coltelli' di casa Windsor, parteciperanno anche alcuni stretti familiari Spencer di Diana, nonché gli autori del monumento: lo scultore Ian Rank-Broadley e il designer di architetture da giardino Pip Morrison. Nella circostanza, Harry tornerà a Londra dal suo rifugio californiano di Los Angeles senza Meghan, chiamata a restare negli Usa per accudire i due figli, il piccolo Archie e la neonata Lilibet. Mentre William non dovrebbe essere a sua volta accompagnato dalla consorte Kate. Pare che sia stata la stessa Kate a suggerire la sua assenza per favorire un riavvicinamento tra i fratelli, soprattutto visto che Harry non può essere accompagnato da Megan, fresca di parto.
Carlo replica a Harry: fondi reali fino all'estate 2020
Ma c’è anche da segnalare una nuova puntata nelle recriminazioni incrociate al veleno fra i duchi di Sussex e la corte britannica. Stavolta a mettere i puntini sulle i è lo staff del principe Carlo, bersaglio di non poche critiche a mezzo stampa da parte del suo secondogenito negli ultimi mesi, che nel presentare i conti ufficiali del palazzo - inclusa la distribuzione dei fondi destinati ai vari membri della dinastia controllata direttamente dall'erede al trono - ha in qualche modo smentito (o almeno corretto) i due 'ribelli'.
Finanziamenti significativi fino all'estate del 2020
Stando ai dati riferiti da Clarence House, residenza di Carlo, viene precisato che Harry e Meghan hanno ricevuto finanziamenti significativi fino all'estate del 2020 dopo aver annunciato la scelta d'abbandonare lo status di membri senior della Royal Family nel gennaio precedente e averla messa in pratica da marzo: una precisazione in parziale contrasto con quanto affermato da Harry nella recente intervista esplosiva a Oprah Winfrey sulla Cbs americana sul fatto che i Windsor lo avessero 'tagliato fuori' economicamente da marzo: dopo 'il primo trimestre'.
Quote versate e indipendenza economica
In effetti, replica un portavoce di Clarence House - pur negando di voler 'riconoscere differenze sostanziali' fra le due versioni e ammettendo che dall'estate i Sussex non hanno incassato più una sterlina diventando davvero 'finanziariamente indipendenti' dalla corte, come sostengono - a gennaio 2020 il principe Carlo stabilì di continuare a versare loro una quota del fondo reale per 'la transizione'. Non senza puntualizzare carte alla mano che tale quota sarebbe stata versata dopo marzo altri tre mesi fino a un ammontare di 1,2 milioni complessivi per l'anno fiscale (contro i 4,5 milioni versati al principe William, fratello maggiore di Harry e secondo nella linea di successione alla corona, e a sua moglie Kate con famiglia).
Il dato imbarazzante
Il botta e risposta con i Sussex sembra peraltro anche un buon espediente per lasciare in secondo piano sui media un altro aspetto - imbarazzante per la corte di San Giacomo - emerso dalla pubblicazione dei conti. Ossia, la destinazione di non più dell'8,5% delle spese per il personale a dipendenti appartenenti a minoranze etniche, a dispetto del fatto che queste rappresentino il 13% della popolazione odierna del Regno, con un incremento lieve che lo stesso Buckingham Palace ammette esser stato insufficiente. Mentre resta in ombra pure il calcolo sui costi totali del cosiddetto Fondo Sovrano, finanziato dal denaro dei contribuenti britannici a favore di casa Windsor e pesato sulle casse pubbliche per 87,5 milioni di sterline negli ultimi 12 mesi certificati: 18,1 milioni in più dell'anno precedente malgrado i contraccolpi della pandemia da Covid sul Paese.