La prima donna a capo della ricerca e sviluppo di Airbus: “Il futuro è negli aerei elettrici”
Grazia Vittadini, 48 anni, per il futuro dell’azienda punta sul connubio tra innovazione e rispetto dell’ambiente
Metti insieme due lotte civili: quella per la parità di genere e quella per l’ambiente. La sintesi è Grazia Vittadini, 48 anni, nominata a capo della ricerca e dello sviluppo tecnologico del gruppo aerospaziale europeo Airbus. Come scrive Il Corriere della Sera, Vittadini è la prima donna a ricoprire il ruolo di Chief technology officer nella compagine di 130 mila addetti alla produzione. Un’azienda che produce dagli aerei civili ai jet militari, dai razzi ai satelliti, con ricavi per 59 miliardi di euro. Davanti ad Airbus c’è solo la società americana Boeing, ma la sfida è l’innovazione è anche con i cinesi.
Aerei a emissioni zero
«L’innovazione nel rispetto dell’ambiente è la nostra priorità. Per questo dobbiamo costruire aerei sempre più confortevoli ma con l’obiettivo di emissioni zero». Per Grazia Vittadini il futuro deve mettere insieme innovazione e attenzione per l’ambiente. «Ecco perché», precisa, «nel 2017 abbiamo investito in ricerca e sviluppo 2,8 miliardi, il doppio rispetto al 2000». Una filosofia che l’ha portata ad essere scelta per una delicatissima posizione da leader, superando tanti candidati all’interno e all’esterno del gruppo. Invece l’ha spuntata lei: «Mi ero laureata al Politecnico di Milano con una tesi strutturale, cioè l’impiego di nuovi materiali avanzati per costruire suolette per le scarpette delle danzatrici. Univo la mia passione alla ricerca».
La carriera
Ha iniziato in una piccola azienda aeronautica milanese poi è stata la volta di Monaco di Baviera, alla Fairchild Dornier, impegnata negli aerei regionali per il trasporto civile con ruoli che andavano dalla progettazione alla costruzione. Quindi Airbus. Ad Amburgo e Brema era l’ingegnere capo delle parti tra le più delicate del superjet a due piani A-380, i dispositivi di sostentamento. «Che emozione vedere le mie parti in movimento sulle ali». Presto passa agli aeroplani di punta del gruppo come gli A-320 e A-350 e l’A-400 per il trasporto militare. «Coordinare tutto, comprese le attività elicotteristiche, spaziali e della difesa, affrontando progetti, metodi e ristrutturazioni mi ha molto arricchito». Infine la nomina a Chief technology officer, prima volta di una donna in un ruolo così strategico. «Nelle grandi aziende siamo ancora lontani dalle pari opportunità a livello manageriale. Credo, comunque, che sei hai passione, produci risultati e non ti scoraggi la diversità di genere non conta e riesci. In Airbus le donne sono il 17,5%, nelle assunzioni del 2018 sono il 30%». Per il futuro c’è speranza.