Gonne, tacchi e opportunità. 'Ma come ti vesti?'. Donne in politica e nel mirino. La polemica sulla consigliera comunale
Perché quando si tratta della rappresentanza femminile nelle assemblee, che sia il consiglio di un piccolo paese di provincia o palazzo Madama, l’argomento principe di critica alle elette prende il nome del più frivolo show televisivo: “Ma come ti vesti?!”
Si chiama Maria Grazia Bigliotto e il suo è solo l’ultimo dei moltissimi nomi di donne impegnate in politica a finire nel mirino delle critiche più becere. Posizioni sui diritti sociali? Macché! Opposizione troppo aggressiva? Quando mai! Forse qualche commento sulle accise o sul pos non gradito? Assolutamente no.
Quando si tratta della rappresentanza femminile nelle assemblee, che sia il consiglio di un piccolo paese di provincia o palazzo Madama, l’argomento principe di critica alle elette prende il nome del più frivolo show televisivo: 'Ma come ti vesti?!'
Così Maria Grazia Bigliotto, 42 anni, consigliera comunale di Volpiano nella città metropolitana di Torino, è l’ultima ad aver scatenato l’ennesima inutile polemica che parla tutta di tacchi, gonne e opportunità.
La replica di Maria Grazia Bigliotto
E’ bastato un selfie davanti allo specchio per sollevare l’interesse di una collega (perché il maschilismo mica è un problema solo maschile) che nei commenti le suggerisce di non filosofeggiare sulla teoria de 'l’abito non fa il monaco' se non vuoi ricevere commenti sul tuo abbigliamento. Bigliotto replica con eleganza e tacchi a spillo 'Grazie del suggerimento oculato. Lo metterò da parte, con accuratezza'. Ma Volpiano è un comune di poco più di quindicimila abitanti. La polemica è leggera e interessa solo i diretti interessati. Diverso, seppur similissimo in fondo, è il caso della ex deputata Dem Alessia Morani.
Il caso di Alessia Morani
Durante le feste Morani posta una foto, un primo piano di profilo. È bellissima e molto elegante. Truccata bene, i capelli tirati indietro. Non c’è un briciolo di volgarità nello scatto, solo bellezza. Le critiche arrivano feroci. Inopportuna, troppo in tiro, troppo trucco, troppo elegante. Sembra che una donna per far politica ed essere credibile debba prediligere la mortificazione del corpo. Nascondersi, imbruttirsi, somigliare ad un uomo in tutto, ma non troppo, altrimenti si torna a parlare del suo aspetto questa volta per ridicolizzarla. Morani si dice sbigottita, incredula dell’interesse violento che ha destato il suo scatto innocente. Non ci sta e lo dice chiaramente: questo è maschilismo. Anche Gramellini, nel suo caffè, prende le sue difese 'Bisogna stare davvero male con sé stessi, ma tanto male, per sentirsi disturbati da questa foto'.
Maria Elena Boschi e il perizoma inventato
Maria Elena Boschi quest’anno decide di fare gli auguri di Natale su instagram postando una foto davanti all’albero. Tra i commenti qualcuno le suggerisce di 'lasciare la politica e aprire Onlyfans'. Ma l’ex ministra c’è abituata, da quando con un completo blu si chinò per firmare dopo il giuramento e qualcuno modificò la foto facendo uscire un perizoma dai pantaloni. Ancora c’è chi è convinto che sia andata a giurare in Parlamento con il sedere di fuori.
Mara Carfagna ma anche Rosy Bindi e l'ex ministra Bellanova
Che dire di Mara Carfagna? Sempre più sobria, sempre meno trucco, capelli sempre più corti. Mai un centimetro di pelle di troppo visibile. Eppure ancora oggi ogni pretesto è buono per ricordarle la sua vita passata da soubrette. Ma se essere belle è un peccato mortale per le donne in politica, anche non esserlo lo è altrettanto. Vogliamo ricordare le battute su Rosy Bindi 'più bella che intelligente' la definì Silvio Berlusconi. O le vignette satiriche contro la ex ministra Bellanova che ridicolizzavano il suo aspetto e il suo abbigliamento.
C'è passata pure Giorgia Meloni
Fino ad arrivare a Giorgia Meloni, troppo austera, troppo scura. Criticata per aver usato delle scarpe comode e non un tacco 12 per sfilare davanti al picchetto d’onore schierato nella piazza del Quirinale. Sorge un dubbio, ma è davvero l’abbigliamento il problema? No, non lo è. E’ solo un fatto di genere. Non si leggono mai polemiche sugli abiti brutti di qualche parlamentare, sull’abbigliamento troppo casual dei leader di partito. Nessuno trova interessante discutere di un completo di una taglia più grande, di un gessato fuori moda o di una cravatta annodata male. La critica feroce è riservata alle donne, sempre in bilico tra la scelta di esibire la loro femminilità senza paura o mascolinizzarsi in abiti che le rendano credibili.
L’abito non fa il monaco, dice nella didascalia del suo selfie Maria Grazia Bigliotto e ha ragione, l’abito non fa mai il monaco, ma continua a fare la monaca.