Un'altra ginnasta denuncia abusi: “Ero a 38 kg e avevo un piede fratturato ma dicevano che era per il mio peso”
Ilaria Barsacchi, ex ginnasta oggi 22enne, racconta le pressioni subite per arrivare a gareggiare in Serie A. Federginnastica ha commissariato l’accademia di Desio
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Mentre la bufera travolge il mondo della ginnastica italiana, nuove testimonianze di ex atlete si aggiungono a quelle delle prime farfalle che hanno denunciato gli abusi psicologici subiti: sotto accusa lo staff della nazionale durante la loro attività. E proprio mentre terminavano i primi colloqui del Safeguarding Officer con Nina Corradini e Anna Basta - le due ex della ritmica che hanno dato il via alle denunce -, ecco che la federazione fa la sua mossa e commissaria l'accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio, il cuore pulsante di questa disciplina in cui l'Italia eccelle. Intanto le testimonianze crescono e quella di Ilaria Barsacchi non fa che confermare le accuse mosse dalle prime giovane “colleghe”.
Abbandonare la ginnastica per salvarsi
Intervistata dal Corriere della Sera, Ilaria ha raccontato la sua storia: una storia fatta di rinunce e duri allenamenti per arrivare alla soddisfazione di gareggiare in Serie A a 16 anni. Poi la crisi e la decisione di dire addio allo sport delle sua vita: “Ho vissuto tanti anni stupendi. L’ultimo anno e mezzo, però, è stato devastante. Non riuscivo più a convivere con il peso di chi mi giudicava grassa e mi chiedeva di dimagrire. Capivo che il mio rapporto con il cibo stava diventando malato. Fino a quando mi sono resa conto che l’unico modo per ‘salvarmi’ era fare un passo indietro. E l’ho fatto”.
Il rito del peso quotidiano
A 16 anni Ilaria Barsacchi era alta 158 centimetri e pesava 38 chili, ma non era abbastanza. “ Venivamo pesate tutti i giorni, speravo che le mestruazioni non arrivassero mai. Avevo male a un piede, dicevano che era colpa del peso: invece era una frattura da stress al metatarso”. La richiesta continua di dimagrire è una nefasta esperienza comune a tutte le giovani atlete che stanno testimoniando in queste ore, e dietro a queste pressioni il rischio di cadere nell’incubo di anoressia e bulimia è dietro l’angolo. “Quando si ha a che fare con i disturbi dell’alimentazione, si arriva a un punto di non ritorno. Da lì in poi, o si finisce mani e piedi in un tunnel da cui è complicatissimo uscire, oppure ci si salva appena in tempo. Io ci sono riuscita”. Ma per riuscirci Ilaria, oggi 22enne e studentessa alla facoltà di Lingue, ha dovuto abbandonare la ginnastica ritmica per sempre.
Lassativi e pillole per dimagrire
Le pressioni l’avevano portata a mettersi a dieta nonostante il peso scarsissimo: “Ero dentro le severissime tabelle russe — che ho scoperto di recente, all’epoca non le conoscevo e nessuno me ne aveva mai parlato —, ma sembrava non fosse mai abbastanza. Sapevo di non essere grassa, ma ormai ero entrata nell’ottica di dover dimagrire. E per questo, con mia madre, sono andata anche da un nutrizionista”. Anche lei è arrivata ad assumere lassativi per perdere peso ma “meno di Nina e Anna”, confessa. “Compravo anche delle pillole dall’erboristeria per dimagrire, ma alla lunga mi sono resa conto che non servivano a nulla”.
Capitolo chiuso
E così il rapporto col cibo si trasforma in un tormento: “Odio e amore. Ho attraversato la fase del controllo spasmodico della quantità di calorie di ciascun alimento, a volte non mangiavo il pranzo che mi preparava mia madre o mangiavo furtivamente un biscotto. Poi c’era il periodo in cui mi abbuffavo e, subito dopo, ero travolta dai sensi di colpa. Qualche volta ho provato anche a vomitare. Per fortuna non ci sono riuscita”. Ma affidarsi alla fortuna del non riuscire a dare di stomaco per non cadere nel tunnel della bulimia è cosa che una 16enne non dovrebbe mai provare. E alla fine la decisione di sopravvivere: “Non ero più felice di fare qualcosa che avevo amato fino a quel momento. Ero consapevole dei miei limiti e lo sono tutt’ora, ma non avere più il piacere di competere in quello che continuo a ritenere uno sport bellissimo, è un’altra cosa. E, dal giorno in cui ho lasciato, non ho voluto saperne più nulla. È un capitolo chiuso della mia vita”.
Le responsabilità dei genitori
Ma Ilaria non dà colpe a nessuno: “Sono comunque grata alle tante persone che ho incontrato nel mio percorso perché la ginnastica mi ha regalato anche tanti momenti meravigliosi ed è stata un pezzo importante del mio percorso di crescita. Non voglio puntare il dito contro nessuno, spero solo che quella parentesi di sofferenze che ho vissuto io non siano costrette a viverla anche altre bambine e ragazze”. E poi una riflessioni sui genitori e sulle loro responsabilità: “Serve più dialogo. Certi metodi che derivano dal passato e da altre culture sono nocivi. E i genitori non devono abbandonare i figli per soddisfare la propria ambizione. Ho visto mamme e papà chiudere gli occhi dietro la promessa che le figlie sarebbero diventate campionesse. E fatto anche peggio di certe allenatrici. La salute, mentale e fisica, delle ragazzine è più importante di qualsiasi altra cosa”.
La decisione del consiglio federale
Intanto la decisione di commissariare l'accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio arriva con delibera d'urgenza da parte del presidente Gherardo Tecchi una volta sentito il consiglio direttivo federale. Il commissario sarà il vicepresidente vicario Valter Peroni e contestualmente è stato disposto un Duty Officer che una volta a settimana andrà a controllare la situazione dell'accademia. Insomma una vigilanza permanente per evitare eventuali altri abusi. Stanziati, inoltre, 120 mila euro complessivi per il progetto di salvaguardia degli atleti. Una risposta concreta dopo la solidarietà espressa dagli azzurri di aerobica e artistica, Michela Castoldi e Paolo Principi, consiglieri federali in quota atleti della Fgi. 'Abbiamo letto i racconti di alcune ex atlete della ginnastica ritmica, Nina, Anna e Giulia, di cui ammiriamo il coraggio. Come rappresentanti degli atleti nel consiglio federale della Federginnastica, seguiamo con attenzione la vicenda: noi siamo schierati senza se e senza ma al fianco delle atlete, sempre”.
Cambiare per tutelare le atlete
Una vicinanza che si trasformerà anche in iniziative e progetti da parte del consiglio federale per creare degli strumenti che possano tutelare efficacemente tutti i ginnasti, come quello di '#Athlete Empowerment', per cercare di 'guidare, con il nostro presidente e con la federazione, una vera e propria rivoluzione culturale' continuano i due consiglieri che invitano a denunciare maltrattamenti simili mettendo a disposizione anche il Safeguarding Officer.
Quando mangiare, o non mangiare, diventa un'ossessione - E. Rotriquenz