Femminicidi e stupri sono in aumento o no? Ecco i numeri
In base ai dati del Censis, aumentano le denunce e le donne nei centri antiviolenza. Cresce anche la sensibilità ma non il numero dei reati
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In questa Italia dell’infinita campagna elettorale, tutto viene sfruttato a fini propagandistici pure i meri dati numerici. E così, dopo una comunicazione basata tutta sul sentimento dell’insicurezza e dell’ordine pubblico in pericolo, ecco il ministro dell’interno, Matteo Salvini, snocciolare i dati reali e affermare che in Italia i crimini sono in calo. Ma la flessione riguarda tutti i reati? Ecco cosa dicono i numeri che riguardano la violenza contro le donne.
Femminicidi e stupri: i numeri
In base ai dati pubblicati dal Censis, tra il 1° agosto 2017 e il 31 luglio 2018 in Italia si sono verificati 120 omicidi di donne e 92 di questi sono avvenuti in ambito familiare o affettivo per mano del partner, dell'ex partner o di un altro familiare. Nell'ultimo decennio sono stati 48.377 i reati di violenza sessuale denunciati e in oltre il 90% dei casi la vittima era una donna. Ma i reati di genere non si esauriscono qui. Nei primi otto mesi del 2018, alle 2.977 violenze sessuali denunciate si aggiungono 10.204 denunce per maltrattamenti in famiglia, 8.718 denunce per percosse e 8.414 denunce per stalking.
I dati più recenti
Anche i dati della direzione centrale della Polizia criminale registrano il segno meno su quasi tutte le percentuali nel confronto con l'anno precedente: una netta inversione di tendenza, per la prima volta negli ultimi tre anni, è data dalle violenze sessuali, al -32,1% (nei primi tre mesi del 2019 sono state 767 a fronte dei 1.130 episodi nel 2018, nello stesso periodo di riferimento).
Meno casi di stalking
In calo anche i reati-spia in base ai dati diffusi dalla Polizia di Stato: i casi di stalking da gennaio a settembre 2018 sono stati 8.414, a fronte di 9.905 nello stesso periodo del 2017 (-15,05%); i soggetti ammoniti per stalking sono aumentati del 23% nel periodo esaminato (passando da 672 a 827). I maltrattamenti in famiglia sono stati 10.204, contro i 10.682 del 2017 (-4,47%); il numero di soggetti ammoniti per violenza domestica è cresciuto del 31,5% (da 409 a 538). I casi di violenza sessuale sono stati 2.977, a fronte di 3.189 nello stesso periodo del 2017 (-6,65%); l'azione di contrasto svolta dalle forze di polizia ha portato alla segnalazione all'autorità giudiziaria di 3.217 presunti autori di reato nel periodo gennaio-agosto 2018, a fronte di 3.011 nello stesso periodo del 2017 (+6,84%). Le percosse, infine, sono state 8.718, a fronte di 9.823 nello stesso periodo del 2017 (-11,25%).
Crescono le denunce
'L'unico dato positivo è che nell'ultimo anno tutti questi reati tendono a diminuire, mentre aumentano le donne che si rivolgono alla rete dei centri antiviolenza: 49.152 nel 2017, con 29.227 donne prese in carico dagli stessi centri', spiega il Censis. Ma allora come mai l’allarme sociale cresce anziché diminuire? Provate a chiedere a qualcuno: “Secondo te i femminicidi e le violenze sessuali stanno aumentando o diminuendo?” La maggior parte delle persone sceglierà la prima risposta, non solo. Non vi crederà quando citerete i numeri in calo. Perché? Per la propaganda che permea una certa comunicazione politica ma forse anche per un altro effetto, buono questa volta. È aumentata la sensibilità popolare a certi reati e anche solo un esempio di questi odiosi delitti provoca reazioni emotive forti.
Italiane più acculturate
Il Censis ha però altro da dire sulle donne italiane: sono più numerose degli uomini e hanno livelli di istruzione più elevati. Ciò nonostante, l'effettiva parità di genere è ancora lontana. L'Italia si distingue nel panorama europeo come uno dei paesi con il maggiore ritardo in termini di partecipazione delle donne al mercato del lavoro e nelle opportunità di carriera. Con un tasso di attività femminile del 56,2% l'Italia si colloca all'ultimo posto nella graduatoria dei Paesi dell'Unione europea.
Più disoccupate
Il tasso di disoccupazione femminile è pari all'11,8%: peggio di noi solo Spagna e Grecia. Una donna su tre svolge lavori part time, nel 60,3% dei casi si tratta di part time involontario. Le occupazioni femminili si concentrano soprattutto su posizioni impiegatizie: le donne manager sono appena il 27% del totale dei dirigenti, ampiamente al di sotto del valore medio europeo, che è pari al 33,9%. E gli impegni familiari ancora oggi gravano quasi esclusivamente sulle donne: nel nostro Paese l'81% delle donne cucina e svolge lavori domestici quotidianamente, e il 97% si prende cura ogni giorno dei figli.
Il progetto per un’evoluzione culturale
All'interno del corpo sociale e nei diversi ambiti della vita quotidiana permangono dunque fattori di discriminazione, che nei loro tratti più estremi arrivano alla misoginia e possono sfociare nella vera e propria violenza contro le donne. Per questo il progetto Respect-Stop Violence Against Women, realizzato dal Censis con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si propone di stimolare una riflessione collettiva sul valore sociale della donna per promuovere un cambiamento nei comportamenti che sono alla radice della discriminazione e della violenza di genere. Respect utilizza molteplici format di ricerca e linguaggi, prevede una campagna di sensibilizzazione e di animazione sul territorio, una campagna di informazione sui social network rivolta ai giovani, l'organizzazione della mostra fotografica 'Un mondo senza donne', che verrà allestita il prossimo mese di novembre nei locali del III Municipio di Roma. A partire dal 7 maggio gli stand del progetto, gestiti e animati da giovani agenti del cambiamento opportunamente formati, saranno presenti in 20 eventi e impianti sportivi della capitale, tra i quali le finali di Volley Scuola-Trofeo Acea 2019 e l'Academy Contest di Hockey su prato.