Ex infermiera lascia un’eredità di 600mila euro all’ospedale dove ha lavorato per una vita
Aveva 95 anni, era vedova e l’unico figlio era morto. La somma è stata destinata all’ammodernamento della struttura ospedaliera
Ha lavorato per tutta la vita come infermiera all'Ospedale Maggiore di Trieste, in centro, risparmiando denaro fino ad accumulare una piccola fortuna, prevedendo prudentemente che in caso di bisogno in età avanzata, le sarebbe tornata utile. Invece, rimasta vedova, perso il figlio gravemente malato, Maria Bologna, in buona salute, ha deciso di lasciare i suoi 600 mila euro proprio all'ospedale dove aveva lavorato.
Nessuno si ricorda di lei
Non c'è ombra di pelosa carità nel gesto di Maria Bologna, anche perché probabilmente pochissimi saranno quelli che penseranno a lei una volta spesi i suoi soldi e realizzati gli interventi che ora sono realizzabili. E non per ingratitudine, quanto perché al Maggiore nessuno si ricorda di lei. Alcuni dipendenti ipotizzano un facile calcolo: se è morta all'età di 95 anni, Maria Bologna è andata in pensione almeno trenta anni fa, nel 1988. Nessuno più o forse giusto qualcuno di quella classe sarà ancora vivo, tanto meno ancora in corsia. Il suo gesto dunque non è solo fiducia nella sanità pubblica, attaccamento al lavoro o assenza di parenti, organizzazioni filantropiche cui lasciare i propri beni, ma è la testimonianza di una strutturata idea sociale (calvinista potrebbe dire qualcuno), in cui l'ospedale è la componente assistenziale di una comunità organica e coesa.
Come verrà impiegata l’eredità
L’Ospedale dell'Azienda sanitaria universitaria integrata ha ovviamente accettato l’eredità e ha appositamente modificato il Piano triennale di investimenti 2018-2020 indicando in interventi di ammodernamento e acquisto di arredi l'impiego del lascito. Completato l'iter amministrativo, a distanza di alcuni mesi dalla scomparsa di Maria Bologna - nel 2017, all'età di 95 anni - oggi il Piano è stato approvato e la direzione è pronta per avviare gli investimenti. Vale a dire: 450 armadietti per il nuovo spogliatoio (85 mila euro), arredi e attrezzature per la nuova sede immunotrasfusionale (50 mila), arredi e attrezzature per il Centro unico somministrazione antiblastici (centomila), arredi della mensa dell'Ospedale Maggiore (10 mila), adeguamento e recupero dell'atrio ingresso del nosocomio (355 mila). Sul buon utilizzo del denaro lasciato da Maria Bologna non si nutrono dubbi.