Donna picchia la convivente. Per il giudice è un caso di maltrattamento in famiglia
E' stata applicata una misura usata di solito per le unioni tradizionali: la giudice ha confermato la misura cautelare per la donna
A dimostrazione del fatto che le famiglie omosessuali sono come le altre, nel bene e nel male, La Repubblica racconta oggi di un caso di maltrattamenti in famiglia. 'La mia fidanzata mi ha di nuovo picchiata', ha raccontato Stefania agli agenti. Sulla mano i segni ancora evidenti della lite della notte precedente, finita al pronto soccorso. Gli agenti hanno prelevato Claudia, la fidanzata, e l'hanno portata in commissariato e poi in carcere, come un qualsiasi partener violento.
L’accusa
Mercoledì scorso, il giudice Alessandra Danieli ha confermato la misura cautelare per la donna con l'accusa di maltrattamenti in famiglia imponendole il divieto di avvicinamento alla casa della fidanzata e ai luoghi che frequenta. 'Un avvertimento' spiega il suo avvocato, Alessandra Putignano. 'Le ha detto che se non rispetta la misura finirà in carcere'. Una famiglia composta da due donne non sposate, neppure legate da unione civile, ma coinvolte in una vicenda in cui ritroviamo le peggiori dinamiche tipiche di un modello di famiglia uomo-donna.
Gli studi
Mentre negli Stati Uniti e nel Regno Unito esistono già studi sociali sul tema della violenza all’interno delle coppie omosessuali, in Italia non c’è casistica. Forse perché il fenomeno è meno assestato e le vittime non denunciano per timore di incontrare agenti omofobi, soprattutto nei casi in cui la violenza è commessa da un uomo nei confronti di un altro uomo. Nelle coppie eterosessuali la violenza è caratterizzata soprattutto dalla diversa fisicità. Nelle coppie omosessuali, invece, i partner vengono percepiti come pari. Per questo le vittime sono convinte di trovare minore comprensione.