Crollo delle nascite nel 2020: così il Covid cambia le famiglie, tre quinti dei bimbi non avranno fratelli, cugini e zii
Una simulazione ha infatti evidenziato un calo nell'ordine superiore alle 10 mila unità. E lo scenario peggiora con gli effetti socio-economici della pandemia
Dal baby boom degli anni '60 al baby flop del nefasto 2020. Calano le nascite in Italia e sono destinate a calare ulteriormente a causa dell'emergenza Covid, di 10mila secondo le stime per il 2020 e 2021. Ma si evolve anche la famiglia in generale: tre quinti dei bambini non avranno fratelli, cugini e zii; solo genitori, nonni e bisnonni. I dati emergono dal libro bianco 'La salute della donna - La sfida della denatalità', di Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con Farmindustria.
Italia secondo paese più vecchio al mondo
Già oggi, per 100 bambini di età inferiore ai 15 anni ci sono 161 'over 64' e tra vent'anni il rapporto sarà di 100 a 265: siamo il secondo paese più vecchio al mondo. Aumenta poi l'età media delle madri al parto, 32 anni, mentre il numero di figli per donna (il tasso di fecondità) rimane costante, pari a 1,29. Il numero di figli resta sempre fermo a due, evidenziando un significativo divario tra quanto si vorrebbe e quanto si riesce a realizzare: ben il 46% degli italiani che ha una famiglia desidera due figli, il 21,9% tre o più, mentre solo il 5,5% vorrebbe avere solo un figlio.
Necessari interventi a favore delle giovani coppie
'La natalità italiana, già bassa - evidenzia il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo, che ha dedicato al tema un capitolo del libro bianco di Onda - potrebbe subire un calo ulteriore a causa del Covid-19. Una recente simulazione ha infatti evidenziato un calo delle nascite nell'ordine superiore alle 10 mila unità. E lo scenario peggiora se si tiene conto anche dei verosimili effetti negativi socio-economici della pandemia'. 'Il Ddl Family Act - aggiunge Francesca Merzagora, presidente Onda - è il primo intervento concreto a sostegno delle giovani coppie'.
Senza tutela della pari opportunità, meno figli
Nell'ambito delle pari opportunità le imprese del farmaco rappresentano una best practice. Il 42% dei lavoratori è rappresentato da donne, una netta maggioranza rispetto al 29% negli altri settori dell'industria, e spesso rivestono ruoli importanti. 'La forte presenza femminile e attenzione alle persone - conclude Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria - fanno sì che da anni nelle imprese del farmaco le pari opportunità siano una realtà'.