Boom ecommerce: 5 errori da non fare per avere successo nelle vendite online
L’e-commerce continua a crescere. Un tempo canale subordinato al negozio fisico, oggi il negozio online è importante tanto quello tradizionale e perfettamente integrato con questo attraverso strategie di omnicanalità che rendono i due mondi sempre più interconnessi.
Il boom
Il boom dell’ecommerce è iniziato almeno 5 anni fa, ma è nel corso del lockdown che è realmente esploso e ancora oggi continua a dare i suoi frutti nelle vendite online: il valore attuale in Italia, infatti, è di 39,7 miliardi di dollari, il 21% in più rispetto al 2020 (dati Netcomm). E a livello mondo le previsioni non sono da meno: nel 2023 si prevede una crescita dell’ecommerce a livello globale che salirà a quota 6.500 miliardi di dollari, rispetto ai 3.500 miliardi di dollari del 2019.
Mercato globale, concorrenza globale
Ma se il mercato è in grande ascesa, lo è pure la concorrenza: stanno nascendo nuovi marketplace, spesso verticali su determinate categorie di prodotto, e tanti negozi prima solo fisici si stanno affacciando al mercato online. I colossi, tra l’altro, si affidano ad agenzie specializzate che sanno già come muoversi in questo mercato, ne conoscono le regole e le strategie. È quindi molto importante per i brand capire cosa fare ma soprattutto cosa non fare nella gestione del proprio ecommerce.
5 consigli per vendere online
- Conformità alle normative sulla GDPR
Per evitare di incorrere in sanzioni, che possono essere anche elevate, e garantire una navigazione sicura tutti i siti devono installare due protocolli di sicurezza essenziali: l’Https, per proteggere l’integrità e la riservatezza dei dati scambiati tra i computer e i siti, e il protocollo SSL, per evitare che terze parti entrino in possesso di informazioni sensibili. “I nostri e-commerce - spiega Jennifer Puzzo, head of client services di Kooomo, piattaforma tecnologica di ultima generazione con oltre 20 anni di esperienza nel campo - devono rispettare determinati parametri per offrire elevati standard di sicurezza e una user experience di alto livello. Il primo grande errore da evitare è proprio quello di non essere conformi alle normative sulla GDPR”.
È determinante che tutti i siti siano in possesso di cookiebot che consentano all’utente non solo di avere informazioni chiare e specifiche sui tipi di dati e sulla finalità dei cookie, ma anche di consultare la documentazione completa di tutti i consensi forniti. Inoltre il possesso di cookiebot consente a chi naviga di rifiutare i cookie superflui e utilizzare comunque il sito e di revocare il consenso in qualsiasi momento.
USP e User experience
Secondo un’indagine svolta da Statista tra i consumatori statunitensi, circa 1 utente su 3 (30%) abbandona l’acquisto per ragioni legate al metodo di pagamento e al dover reinserire tutti i dati della carta di credito, il 36% dichiara che i tempi di attesa per ricevere il pacco sono troppo lunghi. Più della metà (63%) concorda sul fatto che i costi di spedizione siano troppo alti. Sin dal primo momento in cui l’utente arriva sul sito, quindi, è importante comunicare in maniera chiara e immediata al cliente-target perché i prodotti o i servizi offerti sono la migliore soluzione ai suoi bisogni, anche quelli che non sa ancora di avere. L’obiettivo è la piena soddisfazione del cliente, prima durante e dopo l’acquisto. Il sito dovrà essere user-friendly, quindi facile da usare, e permettere di raggiungere l’obiettivo in pochi click, e in linea con le esigenze dell’utente.
- Piattaforma scalabile
Il panorama digitale offre varie piattaforme su cui costruire l’e-commerce. La scelta migliore è affidarsi ad un provider in grado di sostenere l’intero progetto, che possa accompagnare la crescita dell’azienda sia in termini di volumi di prodotto e vendite, sia in termini di integrazioni con terze parti e con differenti canali di vendita (marketplaces, in-store, B2B, drop-shipping e-commerce). “Affidarsi ad un partner scalabile, capace di seguire l’azienda in tutti i suoi bisogni, è una strategia che darà i suoi frutti nel lungo periodo - dice Jennifer Puzzo di Kooomo - Il covid ci ha insegnato che una caratteristica irrinunciabile di un ecommerce è quella di saper far fronte anche a situazioni impreviste”.
- Keyword research e Ottimizzazioni SEO
Un errore da evitare è la mancanza di uno studio di keyword research alla base della struttura dell’albero di navigazione e dell’ottimizzazione dei contenuti delle diverse sezioni del sito. È fondamentale ottimizzare i contenuti di menu, homepage, pagine categoria e scheda prodotto sulla base delle principali parole chiave che gli utenti usano per trovare cercare online quella categoria di prodotti. Ad esempio, per il fashion, è determinante approfondire le descrizioni su materiali, colori, stile, taglia, collezione, vestibilità, genere.
- Flessibilità nei pagamenti e nei servizi user-centric
L’accelerazione dell’e-commerce ha aperto la strada a nuove forme di pagamento digitale e di consegna dei prodotti. L’errore da evitare è non offrire opzioni diversificate per nazione e abitudini d’acquisto del cliente, che si aspetta di trovare di default la possibilità di pagare tramite paypal, wallet digitali, rateizzazioni o contante digitale. “Soprattutto nell’ultimo anno abbiamo visto esplodere app di pagamento di ultima generazione, studiate per adattarsi sempre di più alle esigenze del cliente. Non solo prepagate, Amazon pay e Paypal, dunque, ma altri sistemi innovativi che stanno conquistando velocemente nuove fette di mercato, diventando un must have per i siti ecommerce. È il caso, ad esempio, di Scalapay, un servizio che in Italia sta avendo molto successo e che permette a chi compra di acquistare nei negozi online dilazionando in tre pagamenti uguali l’intero importo, senza interessi o costi aggiuntivi, o di Klarna che dà la possibilità di usufruire dell’opzione “Buy now pay later”, per cui chi acquista qualcosa su un ecommerce che ha integrato nel suo sistema Klarna può ricevere il proprio ordine entro pochi giorni e pagarlo in un secondo momento. Sono solo due esempi che dimostrano come e quanto si sta evolvendo il mercato dei pagamenti digitali in poco tempo” spiega Puzzo. La stessa flessibilità deve essere garantita anche nelle modalità di consegna e reso dei prodotti: a casa, in negozio, al piano o in appositi punti di ritiro delocalizzati.