Battaglia legale fra due ex per l’embrione: lei vuole un figlio ma lui non dà il consenso
L’embrione conteso è congelato presso una clinica spagnola che aspetta la decisione del giudice dopo la separazione della coppia
Quando sono andati in Spagna, nel 2014, in Italia la fecondazione eterologa era ancora proibita. Ma i due erano così determinati nel voler mettere al mondo un figlio che non si sono lasciati scoraggiare. Lui era sterile e quindi per diventare genitori serviva il seme di un donatore. Come racconta La Repubblica, marito e moglie sono quindi andati in una clinica spagnola e hanno attivato la procedura: a lei è stato prelevato un ovulo e fecondato con lo spermatozoo di uno sconosciuto. In attesa che l’embrione fosse pronto per l’impianto nel corpo dell’aspirante mamma, la coppia è tornata a casa, a Roma, dove presto sono iniziati i dissidi.
La separazione
Nel 2015 i due sono già in via di separazione ma, nonostante i contrasti, approdano alla via consensuale. Lui è un piccolo imprenditore mentre lei non ha reddito. A questo punto però lei decide di volere ancora quel bambino e di procedere all’impianto dell’embrione. Il problema è che lui, invece, non ne vuole sapere: ormai ha rinunciato alla paternità e dopo la fine della relazione non intende concedere il suo consenso all’impianto. Teme infatti di dovere mantenere poi il bambino anche se geneticamente non è il padre.
La battaglia legale
Nasce così una battaglia legale perché l’istituto spagnolo che custodisce l’embrione, deve avere il consenso di entrambi per procedere. Da una parte la donna che non intende demordere e vuole fare nascere proprio quel bambino. Dall’altra parte un uomo che non vuole più quel figlio e, come dice la sua avvocata, “teme di doverlo mantenere e dovergli pure lasciare la casa”. La decisione spetterà al giudice che dovrà muoversi in una materia difficile visto che manca una normativa certa di riferimento.