Valentina Parodi: 'Col premio dedicato ad Andrea diamo un palco ai giovani artisti'

Per la moglie dell’ex solista dei Tazenda, il festival è il miglior modo per ricordare suo marito dando un’occasione ai giovani talenti

Valentina Parodi Col premio dedicato ad Andrea diamo un palco ai giovani artisti

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Il Premio Andrea Parodi” si prepara ad accogliere, per la sua unica data italiana, una leggenda vivente della musica come Al Di Meola che riceverà il Premio Albo d'oro e insieme ad altri grandi ospiti omaggerà il talento di Andrea Parodi, di cui ricorre il 10° anniversario della scomparsa (il 17 ottobre) proprio in prossimità del festival. Parodi, dopo l'avventura con i Tazenda, era diventato un personaggio di rilievo nella scena world music internazionale e il premio a lui dedicato è ormai diventato una vera istituzione proprio nel campo della world music.

A Cagliari dal 13 al 15 ottobre

Un appuntamento consolidato e un’impagabile occasione di visibilità che i giovani artisti devono alla sua ideatrice, Valentina Casalena, che da nove anni tiene viva la memoria di suo marito con un festival che anche quest’anno animerà l’Auditorium Comunale di Cagliari. Tre giorni, dal 13 al 15 ottobre, ricchi di appuntamenti non solo musicali, perché Andrea Parodi non era solo un musicista e oggi è sua moglie a raccontarci chi era, cosa ci ha lasciato e perché lei continua a tenere viva la sua arte.

“Il premio Andrea Parodi nasce per il desiderio di ricordarlo ma anche per il bisogno di proseguire quello che lui aveva fatto nel campo della world music col suo percorso di avvicinamento ad altri artisti. Era molto generoso, amava condividere le sue esperienze. Quindi l’idea di un festival in suo nome l’ho avuta subito: inizialmente c’è stata la collaborazione con Jazz in Sardegna, poi è nato il progetto del concorso per non rimanere solo attaccati a ciò che lui ha fatto ma andare oltre anche per voce di altri. L’idea poi, lo abbiamo scoperto col tempo, è stata vincente perché è l’unico concorso italiano di word music”.

Un ricordo che si trasforma in occasione per i giovani talenti

“Per noi famiglia è una grande soddisfazione vedere gente che viene in nome di Andrea, che lo ricorda sempre con grande stima e interpreta i suoi brani. Siamo tutti coinvolti in questa avventura, e insieme a noi ci sono gli amici e i suoi collaboratori. Il festival ormai è diventato un’istituzione perché soprattutto a livello nazionale viene considerato un appuntamento di alta qualità, dove c’è tantissima attenzione alle scelte artistiche e questo grazie alla direzione di Elena Ledda”.

L’impegno di tenere vivo il ricordo di suo marito è anche un peso, come un passato dal quale non ci si affranca mai?
“Cerco di distinguere le due cose e fortunatamente ci riesco perché non sono sola a gestire il festival. Ci sono amici, collaboratori e i miei familiari. Il premio col tempo ha preso proprio la valenza di un’attività professionale, anche se non viviamo di quello. Però e diventato anche una responsabilità e non le nascondo l’emozione che questo comporta. Durante le tre serate del festival io sono lì ed è sempre l’occasione per ricordare che comunque stiamo facendo tutto questo perché Andrea non c’è più”.

Deve essere anche doloroso
“Il dolore c’è sempre, c’è stato fortissimo i primi anni. Poi chiaramente la vita va avanti e delle cose bisogna farsi una ragione, come ben sa chiunque abbia avuto un lutto in famiglia. L’assenza è qualcosa con la quale convivere, più che abituarsi. Il festival ci aiuta e mi reputo fortunata perché ogni volta vedo che c’è tanto affetto vero. Non c’è una commemorazione solo per questo artista, per questa voce che si ricorda. Perché Andrea si era sparso ben bene nell’ambiente musicale e non solo. Per cui è bello vedere che lo si ricorda come uomo e non solo come artista”.

12/10/2016
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