8 marzo, Selvaggia Lucarelli: 'Cosa ci azzecca lo sciopero dei mezzi pubblici col femminismo?'
In occasione della Giornata delle donne ci sarà uno sciopero per il rispetto delle parità di genere ma pure quello dei mezzi pubblici
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“Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo”, recita uno dei manifesti della rete “Non una di meno” che annuncia lo stop del lavoro femminile in occasione della Giornata internazionale delle donne. L’otto marzo ci sarà quindi uno sciopero femminista che, a causa dell'adesione del settore pubblico e privato, sarà pure uno sciopero generale della scuola e dei mezzi pubblici. L'adesione è stata proclamata dai sindacati Usi, Slai Cobas, Cobas, Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sgb, Flc e Cgil in concomitanza con la Giornata della Donna e avrà una durata di 24 ore. È stato promosso a livello internazionale dal “Movimento Internazionale delle Donne” e rilanciato in Italia da “Non una di meno” per protestare contro la violenza di genere. La coincidenza dello sciopero globale delle donne e dei mezzi pubblici sta originando numerose polemiche tra favorevoli e contrari.
Sial Cobas: è uno sciopero globale, noi aderiamo
Mara della Sial Cobas spiega che “anche se i confederali non hanno aderito dichiarandosi né a favore né contro, le singole sigle hanno deciso che fosse l’occasione di farsi sentire. Una giornata da non dimenticare, non una festa. Insomma ci picchiano, ci massacrano, se chiediamo un part time non ce lo danno. Ci fanno firmare in bianco quando ci assumo e sul lavoro siamo penalizzate. Per non parlare dei femminicidi”. Ma le donne che vorranno manifestare scendendo in piazza come faranno se i mezzi pubblici scioperano? “Come sempre saranno garantisce le fasce orarie protette dalle 9 alle 15 e dalle 18 alle 22. Si tratta di uno sciopero a livello globale, ci è sembrato giusto aderire”, conclude Mara.
'No agli scioperi ad minchiam'
La coincidenza dello sciopero globale delle donne e dei mezzi pubblici sta però originando numerose polemiche tra favorevoli e contrari. Uno dei primi commenti al vetriolo registrato dai social è stato quello di Selvaggia Lucarelli: “Vorrei capire cosa ci azzecca lo sciopero dei mezzi di domani 8 marzo col nuovo femminismo. Per quel che mi riguarda, io abbraccio tutte le lotte per combattere la violenza di genere e acquisire i nostri sacrosanti diritti, ma rifiuto e contesto pure i disagi gratuiti ai cittadini che hanno bisogno dei mezzi pubblici. Tra l'altro, il principale disagio sarà per le donne con lavori precari che lo sciopero non potranno permetterselo e magari resteranno pure a piedi. Domani è l'8 marzo, non il primo maggio. Esistono modi più creativi ed efficaci per farsi sentire. E io sono per le donne, non per gli scioperi ad minchiam”.
Effetto boomerang
Parere simile è stato espresso dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sesa Amici: 'Quando si era pensato di fare un giorno di sciopero' per l'8 marzo 'era per mettere al centro e dare un po' di senso a questa festa: fare uno sciopero era un modo per accendere i riflettori. Non c'è dubbio che, con il fatto di aver deciso che, insieme a questo, è diventato anche lo sciopero dei mezzi pubblici, abbiamo ottenuto un effetto boomerang: il rischio è che abbiamo contribuito a fare dell'8 marzo la giornata in cui si blocca la città e si bloccano le donne nella loro mobilità e possibilità di stare al centro'.
Un otto marzo di lotta
'Sarà un 8 marzo di lotta anche in Italia', lo promettono le donne della rete 'Non una di meno', che ha deciso di promuovere lo sciopero globale in occasione della Giornata internazionale della donna, lanciato in Argentina e poi ripreso da una quarantina di Paesi nel mondo. Le donne che aderiranno, dunque, si asterranno dal lavoro e anche dalla cura, cioè dal lavoro in casa e per i figli, per ribadire il rifiuto della violenza di genere e la discriminazione. L'8 marzo - hanno spiegato le promotrici dello sciopero - torna a essere un momento di 'mobilitazione femminista'.
Contro la violenza maschile
All'appello delle donne della rete hanno risposto alcuni sindacati (Usi, Slai Cobas, Cobas, Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sgb, Flc Cgil) che hanno indetto lo sciopero generale. 'Le donne, e non solo - hanno detto le promotrici - scenderanno in strada con cortei, assemblee nelle piazze, nelle scuole, negli ospedali, nelle università, per mostrare con forza che la violenza maschile contro le donne è una questione strutturale della società, che attraversa ogni luogo, dalle case ai posti di lavoro, dai media alle frontiere e che in ogni luogo va contrastata'. La violenza contro le donne, secondo le femministe, non si combatte con l'inasprimento delle pene ma con una trasformazione radicale della società'.
Piano d'Azione italiano contro la violenza di genere
'Questo movimento - afferma la capogruppo al Senato di Articolo1, Movimento democratico e progressista, Maria Cecilia Guerra - si batte contro la violenza maschile contro il razzismo e l'omofobia. Chiede di essere ascoltato e consultato per stabilire il Piano d'Azione italiano contro la violenza di genere, chiede la fine delle discriminazioni sui luoghi di lavoro, chiede welfare, servizi, e l'applicazione della legge 194 sull'interruzione volontaria della gravidanza in ogni ospedale pubblico. Nel rispetto assoluto dell'autonomia di un movimento profondamente riformatore e vitale, che ha prodotto ovunque importanti progressi e cambiamenti culturali, legislativi e sociali, esprimiamo il nostro appoggio alla mobilitazione dell'8 marzo: presidi, assemblee, cortei, flash mob in tutte le città e nei paesi, nelle scuole e nei luoghi di lavoro'.
Camusso: non solo atto simbolico
'L'8 marzo parteciperemo di tutte le iniziative che si svolgeranno nei territori e saremo promotrici di iniziative, dalle assemblee, alle manifestazioni, allo sciopero che siamo pronte a proclamare in ogni luogo di lavoro in cui se ne verifichino le condizioni e il consenso delle delegate e delle lavoratrici ad attuarlo': così, in una lettera alle donne della rete 'Non una di meno', la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. 'Una organizzazione sindacale come la nostra - aggiunge Camusso - è ben cosciente che lo sciopero non è solo atto simbolico, ma la determinazione di rapporti di forza che si realizzano in presenza di ampia partecipazione e la nostra riflessione collettiva ci ha portato a definire di essere pronte a proclamarlo ogni dove abbia possibile concretezza. E riteniamo che proprio per questo vadano valorizzate anche tutte le altre forme di partecipazione, assemblee, manifestazioni, che si possano realizzare'.