Solo 3 euro l’ora per la giovane cameriera neo assunta: crescono i casi di “lavoro grigio”
Un ristoratore di Lucca l’aveva assunta per gli extra nel fine settimana ma in realtà la sfruttava a tempo pieno. Migliaia i casi simili
Giovane e al suo primo impiego stagionale: è questa la preda ideale di datori di lavoro senza scrupoli. Almeno a giudicare da come si è comportato il titolare di un ristorante ben recensito nel cuore di Lucca con una neoassunta. Come racconta Il Tirreno, lei ha lavorato oltre 220 ore in un mese: otto ore al giorno, fine settimana inclusi, e alla fine ha avuto solo 3 euro l’ora. Tutto il tempo a prendere ordini, sparecchiare e fare caffè ma il suo era un contratto a chiamata, uno degli oltre 800 praticati a livello nazionale, ufficialmente solo per qualche ora da svolgere nei fine settimana, quando la stagione estiva si fa intensa.
“Lavoro grigio”
In realtà la giovane lavorava quotidianamente a tempo pieno, come in migliaia di casi di “lavoro grigio”: non in nero ma neanche non completamente regolare. In Toscana, ma pure nel resto dello Stivale, i casi di lavoro sfruttato sono tanti. Un fenomeno sempre più diffuso e che, con la reintroduzione dei voucher, rischia di crescere. Quasi la metà di tutte le vertenze nei territori toscani analizzati riguardano il settore turistico e quello del commercio.
Straordinari non pagati e ferie non godute
Il caso della cameriera pagata poco più di 3 euro l’ora a Lucca è emblematico perché si tratta della modalità di sfruttamento più diffusa. «Con il lavoro grigio si intende la regolarizzazione dei dipendenti stagionali con contratti pienamente legali ma la cui applicazione si prefigura come un vero e proprio sfruttamento del lavoro - spiegano dalla Cgil Toscana -. In molti casi con contratti a chiamata, a cottimo o contratti pirata che non prevedono, al loro termine, liquidazione, tredicesime maturate, ferie non godute e tutte le altre garanzie degli altri contratti a tempo determinato». Lo praticano soprattutto bar e ristoranti nei rapporti stagionali, riguardano accordi sulla paga netta e non sul lordo.
I contenziosi
Insomma, per i camerieri e i baristi è frequente vedere paghe orarie nette di fatto ben inferiori ai 5 euro, a volte anche sotto i 3 euro. Per non parlare del mancato pagamento degli straordinari. Quasi l’80% delle vertenze inoltrate da Filcams Cgil sugli stagionali vanno a buon fine. «Questo significa che il datore di lavoro, prima di andare davanti al giudice del lavoro, accetta, con il suo dipendente o ex dipendente, di trattare il pagamento delle spettanze dovute - spiegano dal sindacato -. Il problema è che di tutte le vertenze pochissime arrivano fino all’ispettorato del lavoro».