Le domande per capire il nostro sintomo sessuale
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Il sintomo sessuale si definisce all’interno dell’area psicosomatica e, in assenza di problemi rilevanti di tipo organico, racconta molto della personalità di chi ha il sintomo e dei suoi problemi di autostima, sicurezza, fiducia relazionale.
I sintomi maschili che creano più allerta sono l’eiaculazione precoce e la disfunzione erettile e al femminile la mancanza di orgasmo nel coito e il dolore nei rapporti. La mancanza di desiderio può avere una causa semplice rappresentata dall’insoddisfazione sessuale che porta a non desiderare di fare sesso in assenza di piacere e in presenza di ansia da prestazione. Ma la mancanza di desiderio come abbiamo detto può essere determinata anche dal conflitto di coppia e familiare, da componenti depressive o da uso di farmaci antagonisti alla libido.
Il sintomo sessuale può:
1. essere presente fin dall’inizio della sessualità,
2. presentarsi con alcune persone e non con altre,
3. verificarsi all’improvviso e ripetersi dentro una relazione che da questo punto di vista non ha fino a quel momento mostrato problemi.
Le cause prevalenti quando il sintomo è presente fino dall’inizio sono spesso educative perché una educazione repressiva può avere causato tabù e divieti, ma nel suo eccesso anche una educazione liberale può creare resistenze e involuzioni. Genitori troppo severi o troppo poco rispettosi della privacy possono creare una fuga dalla sessualità.
Nei percorsi di educazione alla sessualità abbiamo visto che una educazione rispettosa, disponibile alle domande e ai suggerimenti di tutela, rendono la sessualità una esperienza personale, percorribile con le proprie scelte.
Il sintomo può dipendere dallo stato d’animo del momento come la presenza di ansia, stress, basso tono dell’umore, sia a livello personale, che relazionale. In genere il conflitto senza soluzioni (conflitto cronico) tende ad essere una motivazione importante rispetto al problema della sessualità perché inibisce l’intimità e la fiducia.
Ci sono delle domande che è bene porsi perché sono parte dell’anamnesi sessuologica, valutando che è sempre bene fare una visita ginecologica e/o andrologica.
Le domande che possiamo porre a noi stessi, le iniziali, sono:
a) quando il sintomo si è presentato,
b) con quanta frequenza si è verificato,
c) se abbiamo pensato a quale situazione, lo determina,
d) se abbiamo valutato che ci sono dei comportamenti del /della partner che facilitano l’insorgere del problema,
e) nell’ultimo mese quante volte abbiamo provato desiderio sessuale, eccitazione, orgasmo, soddisfazione sessuale,
f) abbiamo una attività di autoerotismo molto frequente che ci impedisce di crescere nella dimensione a due.
Una domanda molto importante accanto alla comprensione delle condizioni in cui il sintomo si verifica è capire “che cosa accadrebbe se il sintomo permanesse o al contrario fosse risolto. Un altro dato da valutare è cosa cambierebbe nella coppia, una volta risolto il sintomo rispetto al potere e allo stile decisionale della coppia.
Prepararsi ad una soluzione del problema costruisce un ponte positivo verso la soluzione e fa uscire da rassegnazione o allontanamenti emotivi che possono facilmente fare aumentare le difficoltà.
Fare una riflessione sulle cause probabile è un modo per cambiare comportamenti o per prepararsi ad una consulenza sessuologica. La coppia deve cercare di rendere possibile una complicità positiva altrimenti è impossibile farcela da soli. Va inoltre deciso se consultare individualmente o in coppia. Anche nel caso della consultazione presso un consulente sessuale essersi fatti queste domande sarà di aiuto alla risoluzione dei sintomi dato che la consulenza sessuologica è breve, motivazionale e attiva, richiede la disponibilità del singolo e della coppia ad istaurare cambiamenti nel modo di pensare e agire sia la relazione che la sessualità.