L’assurda moda di mangiare la placenta umana: non dà alcun beneficio e c’è rischio infezioni

Per i ginecologi è pratica amata soprattutto da vip ma da sconsigliare

Sperma di toro, bava di lumaca e veleno di serpente: non sono gli ingredienti di una pozione magica ma fanno parte di una nutrita serie di sostanze naturali usate come prodotti di bellezza per la pelle, i capelli o per combattere i radicali liberi responsabili dell?invecchiamento. Alcune di queste ricette sono sconcertanti, ecco le più curiose
di Redazione

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Non c'è nessun beneficio per la salute nel mangiare la placenta umana, una pratica che si sta diffondendo nel mondo occidentale anche grazie al tam tam sui social network, mentre ne iniziano ad essere descritti nella letteratura scientifica i rischi al punto che i medici dovrebbero sconsigliare la pratica. Lo afferma un articolo pubblicato dall'American Journal of Obstetrics and Gynecology, secondo cui questo consumo andrebbe sconsigliato.

Cosa dicono i sostenitori della pratica

La placenta, scrivono gli autori, può essere consumata in varie forme, da cruda a disidratata, e diverse compagnie offrono pillole ottenute da questa materia prima al costo di diverse centinaia di dollari. I benefici presunti vanno dalla minore depressione post parto alla maggiore energia dovuta alle sostanze nutritive presenti nel tessuto. La pratica ha diverse 'supporter' vip, dall'ex star di Grey's Anatomy Katherine Heigl a una delle sorelle Kardashian, fino all’italiana Claudia Galanti.

Nessun beneficio dalla placentofagia

I ricercatori del New York-Presbyterian/Weill Cornell Medical Center hanno raccolto tutti gli studi condotti sull'uomo sull'argomento, i primi dei quali risalgono all'inizio del secolo scorso. 'Abbiamo trovato che non c'è nessuna evidenza scientifica di un qualunque beneficio della placentofagia tra gli umani - scrivono gli autori -, e che nessun nutriente o ormone è contenuto nelle capsule in quantità sufficiente da essere d'aiuto nel post parto'.

Un caso di infezione

Lo scorso giugno, sottolinea lo studio, il Cdc americano ha documentato un caso di trasmissione a un neonato di una infezione da streptococco che era stato ingerito dalla mamma con una pillola alla placenta, e che era poi finito nel latte. 'Questa è stata la prima evidenza che una placenta contaminata può essere fonte di infezione - sottolineano gli autori -. Una preparazione inadeguata potrebbe essere insufficiente ad eliminare virus come Hiv, epatite o Zika'.

04/10/2017
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