La "Dove" costretta a ritirare la sua pubblicità
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Chissa se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.\\u003C\\\/div\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\u0022,\u0022\\u003Cdiv class=\\u0022post-item p-2 position-relative\\u0022\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022slide-pagination bg-dark w-100\\u0022\\u003E7 \\\/ 7\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv style=\\u0022width: 100%; aspect-ratio: 16\\\/9\\u0022 class=\\u0022w-100 bg-dark d-flex justify-content-center align-items-center gallery-slider pb-2\\u0022\\u003E\\u003Cfigure\\u003E\\u003Cpicture class=\\u0027picture-bg\\u0027\\u003E\\u003Csource media=\\u0022(min-width: 0px)\\u0022 srcset=\\u0022https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/1475787_7c40a16259\\\/preview.webp 754w\\u0022 sizes=\\u0022100vw\\u0022 \\\/\\u003E\\u003Cimg loading=\\u0027lazy\\u0027 src=\\u0027https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/1475787_7c40a16259\\\/preview.webp\\u0027 alt=\\u0022La Dove costretta a ritirare la sua pubblicita\\u0022 class=\\u0027figure-img\\u0027 style=\\u0022width: 100%;aspect-ratio: 16\\\/9;object-fit: contain\\u0022 \\\/\\u003E\\u003C\\\/picture\\u003E\\u003C\\\/figure\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022item-didascalia bg-dark\\u0022\\u003EUna nuova gaffe razzista minaccia l\\u0027i\\u0027magine della Dove, la nota marca di prodotti per l?igiene personale made in Usa. 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Una nuova gaffe razzista minaccia l'i'magine della Dove, la nota marca di prodotti per l?igiene personale made in Usa. Era già successo che il marchio facesse indignare per i messaggi che pubblicizzano i suoi prodotti per lo sbiancamento o schiarimento della pelle.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
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Una nuova gaffe razzista minaccia l'i'magine della Dove, la nota marca di prodotti per l?igiene personale made in Usa. Era già successo che il marchio facesse indignare per i messaggi che pubblicizzano i suoi prodotti per lo sbiancamento o schiarimento della pelle.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
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Una nuova gaffe razzista minaccia l'i'magine della Dove, la nota marca di prodotti per l?igiene personale made in Usa. Era già successo che il marchio facesse indignare per i messaggi che pubblicizzano i suoi prodotti per lo sbiancamento o schiarimento della pelle.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
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Una nuova gaffe razzista minaccia l'i'magine della Dove, la nota marca di prodotti per l?igiene personale made in Usa. Era già successo che il marchio facesse indignare per i messaggi che pubblicizzano i suoi prodotti per lo sbiancamento o schiarimento della pelle.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
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Una nuova gaffe razzista minaccia l'i'magine della Dove, la nota marca di prodotti per l?igiene personale made in Usa. Era già successo che il marchio facesse indignare per i messaggi che pubblicizzano i suoi prodotti per lo sbiancamento o schiarimento della pelle.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
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Una nuova gaffe razzista minaccia l'i'magine della Dove, la nota marca di prodotti per l?igiene personale made in Usa. Era già successo che il marchio facesse indignare per i messaggi che pubblicizzano i suoi prodotti per lo sbiancamento o schiarimento della pelle.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
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La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
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Una nuova gaffe razzista minaccia l'i'magine della Dove, la nota marca di prodotti per l?igiene personale made in Usa. Era già successo che il marchio facesse indignare per i messaggi che pubblicizzano i suoi prodotti per lo sbiancamento o schiarimento della pelle.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
Una nuova gaffe razzista minaccia l'i'magine della Dove, la nota marca di prodotti per l?igiene personale made in Usa. Era già successo che il marchio facesse indignare per i messaggi che pubblicizzano i suoi prodotti per lo sbiancamento o schiarimento della pelle.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
Ora un nuovo spot, diffuso soprattutto attraverso Facebook, ha fatto indignare tanti e ha costretto la Dove a scusarsi. Il nuovo spot punta infatti a valorizzare il proprio sapone lasciando intendere di essere in grado di "sbiancare" una ragazza nera.
La sequenza di immagini parla chiaro: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l'alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, sparita la maglietta marrone, compare una ragazza bianca in t-shirt candida. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici. Un finale percepito come un tentativo di depistaggio, una strategia per correggere il tiro e fare pensare a un "sapone per tutti" mitigando lo shock del passaggio dal nero al bianco. Il che non ha comunque evitato l'accusa di veicolare un messaggio razzista che puntualmente si è diffusa fra i commenti al post dell'azienda.
La Dove è stata costretta a ritirare la campagna con tante scuse a chi si fosse ritenuto offeso. E pensare che già nel 2011 e nel 2015 il marchio era finito sotto accusa per lo stesso motivo. Nel primo caso la Dove mise in fila tre belle ragazze avvolte solo da un asciugamano. Anche allora in sequenza: la nera a sinistra, la bruna al centro e la bionda e bianca a destra. Tre bellezze sorridenti sotto la didascalia: "prima" e "dopo", dove il bianco e biondo era il risultato ottenuto con l'uso del sapone. Non meno insidiosa, nel 2015, l'indicazione stampigliata sulla confezione di una crema: "nutriente per pelle normale o scura". Da molti il messaggio venne interpretato in questi termini: "Per la Dove la pelle scura non può essere normale". Chissà se i creativi ideatori di tutti questi messaggi sgraditi ora hanno imparato la lezione.
08/11/2022