Le meraviglie sotterranee delle città italiane: guida alle meno note

Le meraviglie sotterranee delle città italiane guida alle meno note

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Cosa hanno in comune grotte, miniere, gallerie, pozzi, chiese, stanze, passaggi segreti e cisterne per la raccolta dell'acqua? Il fatto di essere sotterranei, almeno in alcune città italiane. Da nord a sud dello Stivale paesi e grandi città nascondono vere e proprie meraviglie sotto i nostri piedi, vi proponiamo una selezione delle meno note.

Perugia: vanta un complesso percorso di gallerie e cunicoli dell’epoca etrusca, romana e bizantina che si può visitare a partire dal museo del Capitolo di San Lorenzo, adiacente l'omonima Cattedrale. La visita parte dal chiostro della canonica e tramite una scala laterale ci si ritrova nella sala del Conclave dove sono stati eletti quattro Papi (Onorio III, Onorio IV, Celestino V e Clemente V). Uscendo dalla sala, basta seguire il percorso indicato per raggiunger i resti delle maestose mura etrusche, costruite per rendere ancora più maestosa l'acropoli. Qui sorgeva il tempio forse dedicato a Giunone-Era. Seguendo ancora il percorso, si cammina sopra un un'antica strada, etrusca prima e romana poi, sul cui selciato sono ancora visibili i solchi lasciati dalle ruote dei carri, mentre proseguendo oltre ci si ritrova sotto piazza Cavallotti.

Siena: tutto nasce dalla mancanza d’acqua, così fin dall’antichità si andò alla ricerca di sorgenti sotterranee. Come? Realizzando 25 km di gallerie chiamate “bottini” che incanalavano e recuperavano le acque piovane. Sono per la maggior parte scavati nella roccia, mentre le pareti sono coperte da incrostazioni di calcio, stalattiti e stalagmiti. L'estensione attuale della rete sotterranea risale al 1466 ed è ancora in funzione e  alimenta le fontane, invece per gli edifici l'acqua viene portata da un acquedotto moderno. Hanno anche avuto un’importanza strategica, considerando che nel 1554 l'esercito dell'imperatore Carlo V tentò di prendere Siena passando per i bottini (Assedio di Siena) e nel giugno del 1944 i partigiani progettarono di liberare la città occupata dai tedeschi sempre per questa via, ma rinunciarono.
Oggi solo una parte dei bottini è stata recuperata ed è protagonista di visite guidate.

Brescia: è una città attraversata nel sottosuolo da numerosi corsi d’acqua, alvei di antichi rivi, canali e storiche rogge. Il castello di Brescia che domina la città, ne è l’emblema. Nasconde spazi ipogei fra cui spiccano gli antichi magazzini dell’olio e la galleria del soccorso, una suggestiva via di fuga realizzata nel XVI secolo che presenta anche ponti levatoi e sbarramenti a ghigliottina, per rallentare eventuali inseguitori.
A ciò si aggiunge la rete sotterranea di canali sotto il centro storico, collegati a corsi d’acqua naturali. Uno dei punti d’accesso è in via Dandolo, da cui si scende al medievale “partitore” del Serraglio, una sorta di chiusa che regolava il deflusso delle acque.

Bergamo: “bella fuori e bella dentro”, si legge sul sito dell’ufficio del turismo di Bergamo. Il sottosuolo è infatti ricco di sorprese, a partire dalle cannoniere di San Michele e di San Giovanni, ambienti di difesa collegati alla cinta muraria cinquecentesca.
Suggestiva anche la fontana del Lantro, che faceva parte del capillare sistema idrico cittadino che per secoli assicurò l’acqua ai bergamaschi. Lo scrosciare dell’acqua che si riversa nell’ampia cisterna dove ogni giorno andavano gli abitanti. Convogliare acqua in una città arroccata su un colle era di fondamentale importanza e permetteva di resistere a lungo in caso di assedio.

Bologna: ha una fitta rete di canali che l’attraversa, ma anche torrenti sotterranei con approdi, chiuse e antiche vestigia. Fra i luoghi più affascinanti spiccano i Bagni di Mario, opera di ingegneria del Seicento che aveva come funzione di alimentare la fontana del Nettuno nell’omonima piazza.
Quasi sconosciuto ai turisti è il canale di Reno, una rete di vie d’acqua sepolte sviluppata su 66 km, che alimentava conserve d’acqua, tintorie, peschiere, maceri, cartiere, concerie e canapifici e azionavano filande, gualchiere, mulini, macine, magli, mangani, trafile e segherie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

10/10/2017
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